Firenze, 30 settembre 2009 - La leggenda del Liverpool diventa per una notte una storiella e la Fiorentina scrive le sue pagine più belle, il best seller degli ultimi anni: demolire i Reds è un’impresa che ricorda le vittorie contro il Manchester e l’Arsenal a Wembley, chicche assolute entrate negli almanacchi viola. Ma ieri sera forse è successo di meglio per la forza, la calma, la superiorità continua che ha portato il Liverpool a livello di una squadretta qualsiasi, sconfitta dalla doppietta di Jovetic.
Dall’altra parte c’era la Fiorentina senza Gilardino, e questo moltiplica l’importanza della vittoria per come la squadra è riuscita a incartare una delle formazioni più forti d’Europa. La Fiorentina riapre i giochi nel girone Champions (ora è seconda insieme al Liverpool) e davanti a Diego Della Valle gioca la sua migliore partita dell’era Prandelli. Baciato da tutti gli dei del calcio, Jovetic è il protagonista assoluto (due reti) ma tutti i compagni devono essere elogiati per il modo in cui si mettono al servizio del risultato. Fra questi anche Mutu, che gioca una partita operaia ed esce fra gli applausi. Applausi anche per Diego Della Valle sul balcone presidenziale prima del match, le flashate dei 43 fotografi (contati) quasi incendiano la tribuna d’onore, la coreagrafia della Fiesole scrive in rosso uno slogan lungo settanta metri: FIRENZE. Sembra un augurio, invece è una premonizione. Clima da gentlemen e c’è anche uno striscione che rende onore alla leggenda dei Reds.
Il primo tempo però è quasi una leggenda viola e il Liverpool in campo fa lo spettatore non pagante, demolito in un modo che non è facile spiegare. Le assenze di Mascherano e Agger non giustificano. Alla Fiorentina riesce tutto con semplicità e il livello di corsa costringe i Reds a ripiegare sul mantenimento di palla laterale.
Torres è un eremita in attacco, Gerrard vaga senza toccare palla e — sul livello dei suoi assi — anche il Liverpool combina pochissimo. Tutto il contrario, invece, la Fiorentina.
L’assenza di Gilardino obbliga i viola a un gioco diverso in attacco e per arrivare in alto tutti partecipano offrendo prestazioni super: Jovetic è il protagonista assoluto per i gol, ma dietro di lui c’è una Fiorentina che funziona alla grande, a cominciare dalla difesa (Dainelli, primo tempo da autografi) che riesce a tenere lontani i pericoli senza rischiare mai e giocando soprattutto sugli anticipi. Il Liverpool resta impigliato in un gioco che non capisce: l’unico tiro in porta — ma è un passaggio — lo lancia con il borotalco Gerrard dopo 35 minuti. Per la Fiorentina ci sono i tiri di Jovetic (15’), Marchionni (16’), Mutu (27’), prima del gol di Jovetic lanciato da Zanetti: un assist da ritagliare e mettere in cornice, in effetti Jovetic lo mette anche in gol con un destro basso che fa secco Reina sulla sinistra. E’ il momento migliore della Fiorentina, Vargas da sinistra sbuccia i guanti di Reina con un sinistro a duemila all’ora. Il peruviano è ancora protagonista al 37, quando da sinistra mitraglia un sinistro che Jovetic devia in rete sorprendendo ancora il portiere inglese sull’angolo.
La Fiorentina soffre un po’ all’inizio del secondo tempo, quando il Liverpool parte deciso a non assomigliare a un’accozzaglia di presunte star, ma Frey para bene su Benayoun e Kuyt. Riprende allora il ritmo dei viola, che riescono a spingere senza allungarsi e lasciare spazi ai Reds. Che sembrano soprattutto stupiti. Ma in che partita siamo finiti? Benitez toglie un difensore, Insua, e aggiunge un attaccante (Babel). Ma è inutile. La vera leggenda ieri sera è stata la Fiorentina.
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