Benesperi e il calcio multietnico: un pistoiese a Prato per far vincere l'integrazione

Il 33enne avvocato, consigliere comunale ad Agliana e provinciale a Pistoia, guida i Pulcini A delle Accademie di Calcio Unite Grignano, con bimbi di tanti Paesi

Luca Benesperi parla ai suoi allievi

Luca Benesperi parla ai suoi allievi

Pistoia, 1° ottobre 2018 - L’integrazione? Nasce su un campo da calcio, con il pallone tra i piedi. Prendete un giovane uomo, che sa unire Pistoia e Prato: un sognatore polemista con le passioni del football e della politica. Un laureato in Giurisprudenza, con l’età di Cristo, avvocato per titolo ma non inclinazione, che lavora come responsabile marketing e comunicazione di un’azienda pratese. Prossimo alla seconda laurea, stavolta in Filosofia, amante della Viola e di Zeman, con l’aspirazione d’insegnare al Liceo. In poche parole: l’uomo e le sue mille sfaccettature, che sono ben raccolte nella figura di Luca Benesperi da Agliana, anche tifosissimo arancione, ormai più pratese che pistoiese, che non guarda il calcio iper milionario né dal vivo né alla tivù, ma allena, con determinazione, i Pulcini A classe 2008 delle Accademie di Calcio Unite Grignano (Tau Calcio), nate quest’estate dalla fusione di Grignano con l’Associazione Sportiva San Niccolò.

Un “delizioso pignolo” che innanzitutto fa le pulci a sé stesso. Giornalista pubblicista, consigliere comunale aglianese dal 2009 e dallo scorso anno consigliere provinciale di Pistoia. “Sempre all’opposizione, perché stare tra gli sconfitti ha un fascino che chi vince sempre non può capire”, sottolinea. Guida un gruppo multietnico, fatto di rumeni, cinesi, albanesi, pakistani, camerunensi, nigeriani, italiani, tutti bimbi che mangiano pane e pallone. Il calcio di strada. “Un microcosmo bellissimo di integrazione e convivenza tra culture differenti”, lo definisce. Trascorsi da aletta destra dal gran cuore, ma dai piedi poco dolci, iniziò ad allenare presto: nei vivai di Virtus Bottegone, Agliana Calcio e Aglianese. Dal 2010 al 2016, lo stop. Poi la chiamata di un amico, Cristiano Ferri, un passato da tecnico di un settore giovanile professionista.

Ferri insegna alla ‘San Niccolò’, prestigiosissima scuola privata di Prato – racconta –. Quasi per scherzo, lancia l’idea della squadra della scuola. Vengono fatte un paio di categorie col nome AS San Niccolò, ma ci si accorge che con i soli ragazzi della scuola non si può andare avanti e allora che fare? Ecco la svolta che mi ha portato a innamorarmi nuovamente e follemente del calcio giovanile: aprire la scuola e quindi la squadra della scuola alla strada, ai ragazzi dei giardini, a chi spesso non ha modo di giocare in una scuola calcio. Non ci sono ricchi e poveri, ma siamo tutti parte di un progetto fantastico. Certo non è stato facile: primo anno 30 partite e 30 sconfitte. Dura ripartire ma ce l’abbiamo comunque fatta anche lavando le maglie a casa e comprando i palloni di tasca propria. Perché il calcio o è sacrificio o non è. Secondo anno strepitoso con la vittoria del campionatino provinciale e di un torneo. Avessimo gettato la spugna tutto questo sarebbe finito.

Quest’anno siamo diventati ACU Grignano. Abbiamo un campo tutto per noi e una organizzazione che ci permette di lavorare con tranquillità. Grazie a una persona che è più di un presidente, Fabio Gori, e al fratello Fabiano, che ci hanno accolti e fatti sentire come a casa. Ma il grazie più grande va a Ferri, ora direttore generale: è un fratello”. Come si sentono tutti i bambini che giocano a football solo per divertimento, inseguendo sogni senza barriere.

Gianluca Barni