Gallorini: "Indipendenti a Sanremo, un vanto"

Il discografico della Woodworm di Arezzo è al festival per La Rappresentante di Lista

Marco Gallorini della Woodworm (foto Gabriele Spadini)

Marco Gallorini della Woodworm (foto Gabriele Spadini)

Sanremo, 4 marzo 2021 - Al festival di Sanremo non ci sono solo le grandi case discografiche. Esiste un mondo di indipendenti che ha contribuito a portare aria nuova sul palco del Teatro Ariston con artisti che il grande pubblico non conosce, ma che hanno una forte base di appassionati e considerazione della critica. E' il caso di Marco Gallorini, dell'etichetta Woodworm di Arezzo, discografico de La Rappresentante di Lista. Parliamo con lui proprio dopo l'esibizione del duo.

Lei è un discografico indipendente toscano al festival. Ci piacerebbe sapere, proprio in questa veste, come ci si sente ad avere un gruppo o un artista che suona sul palco dell'Ariston. E' il risultato di un lavoro collettivo per portare a Sanremo un progetto artistico importante? 

E' il quarto anno che sono a Sanremo, come discografici avevamo già avuto gli Zen Circus e come management siamo stati con Motta, per ricordare due nomi. Quindi questa dinamica con il festival per fortuna è diventata un'abitudine negli ultimi anni ed è il maggiore obiettivo del nostro lavoro in qualità di discografici in Italia, per ovvi motivi. Si tratta di una situazione che è così al centro dell'attenzione che devi portare la qualità della produzione a un livello molto importante. Da quel punto di vista è stato, ed è anche oggi il riconoscimento di un impegno di una squadra di professionisti che sono cresciuti negli anni, partendo dalla famosa gavetta, in questo caso un piccolo locale di Arezzo. Dall'altro lato abbiamo avuto fortuna e intuizione di prendere artisti con un potenziale importante, perché se no a Sanremo non ci si va. ll gruppo degli indipendenti al festival, quindi noi e altri colleghi, è arrivato dopo un lavoro durato dieci anni. Non sono cose che piovono dal cielo o per un caso fortunato. E' una circostanza che dà ancora più soddisfazione alla fine di un percorso con tanti sacrifici e anche qualche errore. 

I giorni del festival, per una realtà come la Woodworm, sono anche fatti di rapporti, scambi, progetti futuri. Come vive questo periodo?

Normalmente è così, quest'anno siamo condizionati dalla pandemia. Siamo anche organizzatori di eventi e il primo anno abbiamo allestito una festa sulla spiaggia la sera della finale che è diventata subito un punto di riferimento per tutti gli addetti ai lavori come occasione di riferimento. Quest'anno ovviamente non la possiamo fare. Così abbiamo sempre sfruttato negli anni i rapporti con gli altri operatori, anche per velocizzare una serie di riunioni o appuntamenti: normalmente occorrono tre mesi per cose che a Sanremo si fanno in tre giorni. E' come se fosse una fiera per il mondo discografico. Ora è più complicato: Irama ha dovuto esibirsi grazie a una registrazione e se qualcuno dello staff è positivo l'artista non può salire sul palco. 

Ieri c'è stata l'esibizione de La Rappresentante di Lista, che tipo di riscontri arriva a un discografico a Sanremo dopo l'esibizione di un suo gruppo?

Dipende dal singolo progetto. ogni artista ha suscitato reazioni diverse. Non nascondo che con La Rappresentante di Lista ci sono delle aspettative, anche di classifica. Quindi mi aspetto un determinato risultato, perché la performance ritengo sia di alto livello (per tre anni non l'ho detto, ma quest'anno mi sento di dirlo). Ci aspettavamo la posizione non alta nella graduatoria di ieri perché la giuria demoscopica ha meccanismi un po' datati. Il distacco tra i brani però è minimo, poi la differenza viene fatta nelle sere successive. Quindi siamo sereni anche da quel punto di vista perché attendiamo il giudizio di stampa e orchestra. Da un punto di vista emozionale, e lo dico anche ai miei collaboratori, quando arrivi a questi appuntamenti importanti dopo un lungo lavoro (e qui parlo di otto mesi) ti metti davanti alla televisione e te la godi un po'. L'importante è impegnarsi al massimo prima: poi quando arrivi qui fai quello che devi fare e poi me la sono sempre goduta. E' giusto che sia così, perché non è banale fare questo nella vita ed è bello sentirsi appagati.

Per fare questa attività è necessaria anche una grande dose di passione?

Certamente, e anche l'artigianalità che ritrovi anche in altre realtà. Abbiamo in corso questa collaborazione con Valentino, e con il direttore creativo che un guru della moda. E mi ha colpito molto che in una multinazionale ci siano valori di artigianalità e di passione che sono gli stessi nostri. E' questo atteggiamento che ritengo importante, a prescindere dalla dimensione dell'azienda. Sono anche belle esperienze dal punto di vista della crescita personale e umana-

Una volta concluso Sanremo ci sono dei progetti a cui tiene particolarmente?

Abbiamo tanti artisti da seguire con dischi in uscita. Rimanendo in Toscana, ricordo il nostro progetto di punta che è Emma Nolde, molto giovane con la quale c'è un accordo e sulla quale ci sono aspettative importanti, dato che è una delle migliori tra le ventenni in Italia. Poi ci sono Motta, Zen Circus e altri, augurandoci dei tour estivi che sarebbero molto importanti. Sono contento, perché siamo comunque riusciti a sfruttare un anno difficile per la progettazione del lavoro.