Petruška la marionetta. Anzi, sei

A Cango la nuova produzione di danza a cura di Virgilio Sieni sulle note di Stravinskij e Scelsi

Una scena di Petruška (foto Rocco Casaluci)

Una scena di Petruška (foto Rocco Casaluci)

Firenze, 10 marzo 2018 - La musica di Igor Stravinskij ha percorso una strada in comune con la danza e soprattutto con i Ballets Russes di Sergej Diaghilev, una fase della storia dello spettacolo importante per entrambe le arti. Le partiture del compositore russo inoltre hanno fornito lo spunto per l'evoluzione della danza nei decenni successivi fino ad oggi, basti pensare all'innovativa e monumentale rilettura del Sacre du Printemps di Maurice Bejart negli anni Settanta. La vicenda della marionetta Petruška non fa eccezione e stavolta è la Compagnia di Virgilio Sieni a trasformarla grazie anche alla produzione del Teatro Comunale di Bologna, luogo in cui c'è stata la prima dello spettacolo. Dopo le recite bolognesi, l'allestimento è arrivato nella consueta sede di Cango, dove è proseguito al tempo stesso il lavoro su danza e marionetta, già iniziato con la collaborazione insieme a Mimmo Cuticchio

Nella versione di Sieni i sei danzatori, celati da maschere di calza, sono a loro volta tutte marionette. Inoltre il ruolo di ognuno tende a trasformarsi nell'interazione con gli altri protagonisti che danno vita alla vicenda con uno sforzo fisico continuo, dovuto anche all'intensità ritmica delle note di Stravinskij. Che in questa versione arrivano dopo quelle del compositore del Novecento italiano Giacinto Scelsi, il cui Chukrum è agli antipodi come stile musicale, giocando sulle note lunghe e su armonie piene di tensione, tanto che i danzatori restano dietro a una tenda per rappresentare una sorta di narrazione immaginaria, legata alla creazione della forma. Un binomio a cui i sei danzatori (giusto citarli tutti per l'impegno non indiferente: Jari Boldrini, Ramona Caia, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Andrea Palumbo) riescono a dare senso e sostanza.