Ibracadabra, la pagella di Zlatan a Sanremo

I voti al totem rossonero, ultima serata

Ibrahimovic e Amadeus

Ibrahimovic e Amadeus

Sanremo, 7 marzo 2021 - Riscaldamento e ingresso: 8,5. Straripante fin da subito. Scende la scalinata, scarpini allacciati, pantaloni scuri, giacca e camicia bianca, papillon nero. Un po' troppo bianconero per le latitudini odierne di Zlatan. Sul palco c'è Ama che lo attende in nerazzurro! E' derby d'Italia sin dai primi passi di danza, perché Ibra, a sorpresa, balletta un po'. E' lo stretching prima di scendere in campo. Imponente.

Primo tempo (dopo canta Renga...): 8. E' carico il totem svedese. Sorride e Amadeus è pronto ad assisterlo. La coppia funziona e finalmente l'attaccante, stavolta in versione ct, seleziona la squadra di Sanremo. "Attacco Zlatan" e Ama si candida a rifinitore, ma lui "con Zlatan c'è Ibra". Sistemato il reparto offensivo c'è da pensare alla difesa. "Stopper Achille Lauro, perché fa paura agli attaccanti...". Poi il solito Ibra se la ride, "volevo fare scambio di maglia con lui, ma non si può perché è sempre nudo". Ma indietro c'è anche l'orchestra perché "ha difeso con i denti la forza della musica" (6- per la frase un po' banale). A centrocampo Fiorello "perché lui ha fantasia. Tu Ama fai portiere o stai fuori, tanto anche Giovanna ti ha già messo in panchina". Poi non interroga Zlatan e si appresta a pippobaudeggiare. "Canta... Francesco Renga", che intanto gli chiede l'autografo (10 a Renga, della serie, penso al campione e non alla canzone, mitico!).

Secondo tempo (dopo c'è Tecla-Nada): 9. Zlatan torna con il suo consueto stacchetto. Look stupendo, ancora total black. Si prende il palco, come quando vuole calciare un rigore di prepotenza. Stavolta però dal dischetto non fallisce e allontanando Amadeus "voglio restare solo". Leggio, sguardo fiero e voce ferma. "Tutti conoscevano Zlatan prima del festival. Ma lui è venuto. E' venuto perché gli piace sfida e gli piace crescere. Quando scendi in campo, puoi vincere e puoi perdere. Io sono Zlatan, quando vinco e quando perdo. Il fallimento è una parte del successo. Se sbaglia Zlatan, puoi sbagliare anche tu. Impegno, dedizione, costanza e concentrazione. Ognuno nel suo piccolo (e sottolineo nel suo piccolo), può essere Zlatan. Questo è il vostro festival, questo è il festival dell'Italia intera. Grazie Italia, la mia seconda casa". Fine del monologo, anch'esso preparato ma in versione Zlatan (quindi 8,5). Poi guarda Amadeus e chiede. "Ma ce la fai senza di me?". Sale l'emozione. Che arriva fino nella buca, dal primo violino, milanista e zlatanista sfegatato. Che vuole una foto con il fuoriclasse svedese. Dai violini zigani è partito al primo violino è arrivato.

Il recupero (Amadeus concede 5 minuti di extra-time): 10 e lode. Con Fiorello mattatore che ancora ride per la battuta di "Achille Lauro in garage a spaventare i ladri" (10 alla battuta in eterno), Zlatan si congeda tirando fuori il repertorio di arti marziali che, nel camerino, ha intanto insegnato a Fiore. Poi saluta, ringrazia, battezza in rossonero i due cugini (nerazzurri) di campagna e fa gli auguri al figlio (13 anni) per il suo compleanno. "Spero Ama di non averti deluso". No, Ibra, tranquillo. Zanremo è davvero Zanremo. E Achille Lauro? O stopper, o in... garage!