Turbanti torna sul grande schermo

"Palloncini", un film diretto da Laura Chiossone

Francesco Turbanti

Francesco Turbanti

Grosseto, 30 gennaio 2018 – L'attore grossetano Francesco Turbanti, dopo essere stato al cinema in “Una questione privata” dei fratelli Taviani nel ruolo di un partigiano, adesso è sul set del film sulla genitorialità “Palloncini”, opera seconda di Laura Chiossone, che sta girando in questi giorni le scene principali in un appartamento, nella zona di Corso Buenos Aires a Milano. È la festa di compleanno di Filippo, un bambino di 8 anni. Ma la richiesta del piccolo che vuole i palloncini rosa invece che azzurri rischia di trasformare il pomeriggio di allegria in un momento da incubo. E di far sentire inadeguata Simona, madre single quarantenne di Filippo, interpretata da Anna Foglietta. La commedia, prodotta da Indiana Production, Rosso Film e Maremosso con Rai Cinema, vede sul set con la Foglietta, Paolo Calabresi, Lucia Mascino, Marina Rocco, Elena Radonicich, Francesco Turbanti, Paolo Mazzarelli, Marina Occhionero, Erica Blanc e il piccolo Nicolò Costa. Turbanti è Cesare, giovane papà di una bimba invitata alla festa.

Francesco, nel film sei un amico della madre di Filippo?

“In realtà l'elemento che unisce gli invitati alla festa è soltanto l'essere genitori di bambini che vanno a scuola insieme. Il mio personaggio, Cesare, finisce però con il farsi mettere in disparte sia dagli adulti che dai bambini che giocano”.

Sei contento di questa nuova esperienza?

“Sì, molto, è un bel film. Stiamo girando quasi soltanto interni in un appartamento, una situazione un po' particolare, nuova...”.

Molto comoda!

“Di sicuro, il mio albergo è vicino al set. Nel microcosmo dell'appartamento si dà spazio a una grande varietà di caratteri e personalità, la coppia vegana, il padre buontempone, ovvero io…”.

E il semplice gesto di un bambino fa saltare le maschere dell'ipocrisia. Perché Filippo  vuole i palloncini rosa e non azzurri? Ma come, se è maschio… Sarà gay? È quello che si chiede improvvisamente la madre. Una ipotesi da proteggere? Troppi schemi, da cui liberarsi.