"Godi, Firençe", alla scoperta dell'Ars Nova

Repertorio raro proposto da La fonte musica al museo dell'Opera del Duomo

La fonte musica al museo dell'Opera del Duomo

La fonte musica al museo dell'Opera del Duomo

Firenze, 18 gennaio 2019 - La Firenze musicale è fatta di tanti pezzi di storia che spesso non sono conosciuti. E anche all'interno di singoli periodi storici o stilistici ci sono autori e musiche rimasti in ombra, E'  il caso dell'Ars Nova, che nel capoluogo toscano vede la figura di Francesco Landini preponderante su altri compositori ugualmente importanti. Il programma presentato da La fonte musica diretta da Michele Pasotti nell'ambito della stagione di Note al museo dell'Opera del Duomo ha evidenziato alcune di queste figure fino alle pagine del più noto Guillaume Dufay. Questa la visione alla base di "Godi, Firençe"  che ha visto l'ensemble presentare i brani dal codice Squarcialupi di Dufay, Paolo da Firenze, Antonio Zacara da Teramo, Niccolò da Perugia e  di musicisti anonimi.

Come spiegato da Pasotti stesso, si è trattato dell'ultimo periodo dell Ars Nova fino al buona parte del XV secolo. L'ensemble, che ha inciso l'integrale di Antonio Zacara da Teramo per la prestigiosa etichetta francese Alpha, ha reso questo repertorio con grande maestria. Quattro strumenti e tre voci hanno fatto entrare il pubblico in un'altra epoca, mostrandone al tempo stesso gli aspetti più moderni. Basti pensare ai brani strumentali e alla loro anima di improvvisazione che li legano alla prassi del jazz, la tensione verso un concetto di tonalità ancora da raggiugere che nella contemporaneità può essere visto come un percorso inverso.

L'inno Godi, Firençe di Paolo da Firenze è un simbolo di questa proposta, ma anche la teatrale Le sui navrées / Gnaff'a le Guagnele di Antonio Zacara da Teramo e i brani di Dufay hanno dimostrato come ci sia tanta bella musica da riscoprire.