"L’educazione per la crescita della società"

Il direttore Nicolò Pisanu traccia la filosofia del percorso formativo: "Lavoriamo affinché gli studenti siano all’altezza del ruolo"

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Istituto Universitario Progetto Uomo. Tra passato e presente, con uno sguardo anche alle prospettive future. Ne parliamo con Nicolò Pisanu (nella foto), direttore e professore stabile di Pedagogia generale e speciale, psicopedagogia.

Come nasce l’istituto? Può raccontare come si e sviluppato nell’arco di questi anni?

"L’Istituto universitario Progetto Uomo nasce come sviluppo originale di quella che fu la scuola di Formazione del Centro Italiano di Solidarietà di Roma (Ce.I.S.) “Casa del Sole”, di Castel Gandolfo (RM), poi divenuta Scuola di Formazione della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT). Nel 1995, nasce l’Istituto di Ricerca e Formazione “Progetto Uomo” – IPU, dopo aver compreso la necessità di coniugare la formazione base con quella accademica di coloro che operano nel sociale e nel disagio. L’Istituto eredita questa formazione base, arricchendosi di quella universitaria e, con l’Anno Accademico 199697, viene inaugurato il primo Corso universitario per Educatore Professionale a Capodimonte (VT) con una cinquantina di iscritti, provenienti da alcuni Centri FICT, che accettano il rischio intrinseco della sperimentazione che prevede il modello universitario del Campus dove si sperimenta e coniuga la vita comune e lo studio. Il 25 febbraio 2008, la Congregazione per l’Educazione Cattolica (CEC) concede l’affiliazione alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), che permette di rilasciare titoli di Baccalaureato (Laurea triennale) in Scienze dell’Educazione per Educatore professionalesociale. Di conseguenza, l’IPU cambia nome e diventa: Istituto Superiore Universitario di Scienze

Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo” e nel 2019 ottiene l’Aggregazione all’UPS, inaugurando i corsi di licenza in Scienze dell’Educazione".

Di cosa si occupa?

"L’obiettivo principale del nostro percorso formativo è quello di porre l’attenzione all’educazione, quale strumento di salvaguardia e crescita della società. Il nostro impegno è formare educatori che si distinguano proprio come persone e poi, contemporaneamente, anche per la loro professionalità capace di rispondere ai bisogni formativi della società. Lo studente viene portato per mano, viene accompagnato, gli viene fatta capire l’importanza della sua crescita accademica ma anche personale".

Quanti sono gli iscritti? Sono prettamente italiani o arrivano da altri Paesi?

"Attualmente gli iscritti sono circa 800, provenienti da tutta Italia e anche dall’Estero".

A che strade vengono preparati? Una volta conclusi gli studi cosa potranno fare?

"Vengono preparati per operare in vari settori del sociale, quali: case-famiglia, ludoteche, centri di aggregazione, comunità di accoglienza migranti, comunità terapeutiche, case di reclusione, strutture per disabili e anziani, supporto al sostegno scolastico. I laureati (Laurea triennale) potranno rivestire il ruolo di Educatori professionali; i Licenziati (Laurea magistrale) invece, potranno assumere il ruolo di pedagogisti, coordinatori di strutture negli ambiti socioeducativi ed assistenziali o di mediatori interculturali".

Nell’anno della pandemia quali sono state le difficoltà?

"Le difficoltà riscontrate sono ascrivibili all’impossibilità durante il lockdown della presenza e della relazione interpersonale, elemento fondamentale della nostra formazione. Comunque, l’Istituto si è adoperato per ovviare, mettendo in campo gli strumenti tecnologici della DAD e della DDI. Sono stati organizzati seminari a distanza, webinar tematici e gruppi di ascolto ed auto-aiuto, che hanno permesso sia di mantenere vivi i contatti, sia di crescere culturalmente e rompere l’isolamento ed il senso di abbandono".

Quali sono le missioni future dell’istituto?

"Arricchire senza snaturarla, la proposta formativa, offrendo nuovi corsi di laurea o di specializzazione aumentando anche la presenza sui social, attraverso varie proposte culturali. A tale proposito verrà ripreso l’Edu Short Movie, evento annuale ideato dall’IPU, che raccoglie contributi nazionali e internazionali di registi che intendono realizzare cortometraggi su tematiche sociali".

Ci sono progetti che sono stati realizzati con istituti statali, con sovvenzioni o insieme ad altre realtà colleghe?

"Il nostro Istituto non riceve e non ha mai ricevuto sovvenzioni di nessun genere, in quanto “ente straniero”. A livello invece di collaborazioni, possiamo vantare iniziative formative condivise con scuole, università italiane e straniere nonché enti che operano nel sociale".

Quali sono i vostri punti di forza?

"Il valore aggiunto intrinseco alla metodologia formativa del nostro Istituto, segnalato nelle valutazioni anonime degli studenti, consta nel clima particolarmente accogliente che si ispira al “prendersi cura” della persona. La presenza costante ed il lavoro assiduo del Monitore d’Aula, ruolo rivestito da ex allievi con lunga esperienza in campo educativo messi a completa disposizione degli studenti durante l’Anno Accademico, garantisce la qualità di questo clima. A ciò si aggiungono occasioni istituzionali di dinamica di gruppo, sempre affidata al Monitore d’Aula, finalizzata a formare lo studente affinché sappia monitorare e valutare la sua crescita personaleprofessionale e la sua collocazione nel gruppo".

Alfredo Marchetti