"Servirebbe una rottamazione quater per far rialzare la testa alle imprese"

Il presidente dei commercialisti di Firenze, Terzani: "Calmierare i debiti fiscali senza interessi in sei anni, con 72 rate mensili. Il nostro maggior problema è ridurre la burocrazia per snellire tutte le procedure. Ma in Italia semplificare non è affatto facile"

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di Lisa Ciardi

"Per aiutare le aziende ad affrontare questa particolare congiuntura economica servirebbe una rottamazione quater". A spiegare perché ed a tracciare un quadro del momento, il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Firenze, Enrico Terzani.

Partiamo da un focus: qual è attualmente lo stato di salute delle imprese toscane?

"Stiamo parlando di un quadro che deriva da due anni di pandemia, ai quali si sono aggiunte, negli ultimi mesi, le conseguenze del conflitto in Ucraina. Il bilancio 2021 è stato il secondo della fase pandemica, anche se alleviato da alcune misure di sostegno che hanno permesso alle aziende di ridurre le perdite. Sempre nell’ottica di aiutare le imprese, il legislatore ha concesso un periodo di cinque anni per coprire gli effetti economici e patrimoniali provocati dalla pandemia sui bilanci delle società, derogando agli obblighi previsti dal Codice civile a proposito della causa di scioglimento". Chi è stato più colpito dalla pandemia? E chi dagli effetti del conflitto?

"Ovviamente i settori che hanno subito più danni a causa del Covid-19 sono stati l’alberghiero, il ricettivo e la ristorazione, soprattutto in una città come Firenze a forte vocazione turistica. Le conseguenze negative, in questi ambiti, non si sono peraltro fermate con la pandemia, ma stanno proseguendo a causa della guerra in Ucraina. Un caso a parte è quello del lusso e della relativa accessoristica, settore a sua volta molto sviluppato nell’area fiorentina. In questo ambito, dopo un forte calo nel 2020, il 2021 aveva registrato un’importante ripresa che al momento è frenata dal complesso quadro internazionale".

Quali settori hanno invece sofferto meno?

"Ovviamente l’e-commerce e tutto il settore del digitale e delle vendite on line. Si tratta peraltro di un trend probabilmente destinato a durare perché le persone hanno preso dimestichezza con questi strumenti e li stanno continuando a usare".

Cosa servirebbe per aiutare le aziende in questa fase complessa?

"Per sostenere i bilanci ci sono già alcuni provvedimenti in essere, ma come accennato all’inizio servirebbe una rottamazione quater, cioè un’ulteriore possibilità di riaprire i termini della rottamazione stessa per calmierare i debiti fiscali senza interessi in sei anni, con 72 rate mensili. In caso contrario, c’è una forte probabilità che la ripartenza della riscossione e degli accertamenti metta in ginocchio alcune aziende, che non hanno la possibilità oggettiva di saldare in tempi brevi l’importante debito tributario accumulato".

Ci sono altre misure che a suo parere sarebbero necessarie al di là della specifica congiuntura del momento?

"C’è sicuramente un’esigenza generale e molto sentita nel nostro Paese: ridurre la burocrazia che pesa tantissimo in termini di costi, tempo e competitività. Purtroppo in Italia, molto spesso, quando viene annunciato un processo di semplificazione, questo finisce per tradursi in un percorso inverso. In pratica si aggiunge una procedura informatizzata, non di rado estremamente difficile, a un iter di vecchio tipo che comunque resta in piedi. Per fare un esempio pratico basti citare la fatturazione elettronica che permette al fisco di avere un quadro sempre aggiornato, ma che continua ad essere abbinata alle liquidazioni periodiche dell’Iva. Altri esempi sono la legge sulla privacy o la legge sull’agenzia digitale che costringe piccoli enti, come il nostro Ordine, a dover sostenere adempimenti complessi e onerosi tipici di un grande ente pubblico. Servirebbe più comprensione delle varie realtà e delle loro oggettive possibilità".