Se ne parla tanto, ma lo conoscono in pochi Alla scoperta del Pnrr che può salvare l’Italia

Veronica Poggi e Marco Mancini, Partner di PwC Italia, illustrano gli obbiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Le disparità territoriali e di genere da abbattere

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Tutti ne parlano, ma ancora pochi sanno davvero cosa sia e come funzioni. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è un’opportunità per lanciare un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, attraverso gli investimenti resi disponibili e l’attuazione di riforme che rimuovano gli ostacoli che hanno limitato la crescita italiana negli ultimi decenni. A illustrarne le caratteristiche, insieme alle tante opportunità che offre, Veronica Poggi e Marco Mancini, Partner PwC Italia. "PwC Italia è da sempre attiva nell’affiancare e sostenere le imprese e la comunità nella comprensione dei fenomeni complessi ed in continua evoluzione – spiegano. A tal proposito è stato creato l’Osservatorio PwC, volto a monitorare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza svolgendo tra l’altro una specifica Survey sul Pnrr al fine di raccogliere le opinioni e le valutazioni degli operatori di mercato con l’obiettivo di comprenderne il livello di conoscenza e le aspettative".

Ma a cosa punta il Pnrr? Gli obiettivi del Piano sono connessi ad alcuni assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, reindustrializzazione e inclusione sociale, anche con riferimento alle disparità territoriali e di genere. L’Italia è la prima beneficiaria europea del piano NextGeneration UE che garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026. A queste risorse proprie del Pnrr si sommano poi quelle del React EU, pari a 13 miliardi di euro e quelle del Fondo Complementare (costituito da risorse nazionali) pari a 30,6 miliardi di euro per un totale di 235,1 miliardi di euro. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si articola in sedici componenti, raggruppate in sei missioni. La prima missione, dedicata a "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura", si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella pubblica amministrazione e nel suo sistema produttivo. Parte di tale missione è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura con un investimento totale di 49,9 miliardi di euro. Per quanto riguarda le altre missioni: la seconda punta su "Rivoluzione verde e transizione ecologica" (69,9 miliardi di euro); la terza è focalizzata su "Infrastrutture per una mobilità sostenibile" (31,5 miliardi di euro); la quarta è dedicata a "Istruzione e ricerca" (33,8 miliardi di euro); la quinta che tratta di "Inclusione e coesione" (29,8 miliardi di euro); la sesta è incentrata sulla "Salute" (20,2 miliardi di euro).

"Un’attenzione particolare – spiega Veronica Poggi – viene posta all’occupazione femminile prevedendo misure specifiche non solo nella quinta missione ma anche nella quarta e nella sesta. D’altronde già prima del 2020 in Italia il tasso di occupazione femminile (49%) era decisamente inferiore a quello maschile (67,2%). Nel corso dello stesso anno, principalmente a causa della pandemia, si sono persi, secondo l’Istat, 444mila posti di lavoro, il 73% dei quali (324 mila) relativi a donne. Da febbraio 2020 a febbraio 2021, i posti perduti dalle donne sono stati 412 mila (4,2% del totale dei posti di lavoro femminili) e solo ad agosto 2021 il numero delle donne che hanno perso il posto di lavoro è stato 5 volte quello degli uomini (circa 68 mila occupate in meno contro 11 mila). Per invertire la tendenza entro il 2026 di 4 punti percentuali, nel Pnrr sono stati stanziati circa 40 miliardi di euro".