"La crisi e le imprese di grandi dimensioni"

Il professor Giunta analizza i dati economici insieme al suo staff: "Ecco i settori che hanno risentito maggiormente della pandemia"

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Le imprese di grandi dimensioni hanno risentito maggiormente della crisi, ma mostrano più strumenti per reagire. Il quadro emerge dalla terza edizione di Top 500 Firenze, che prende in esame i bilanci relativi all’esercizio 2020: dati che sono stati analizzati dal professor Francesco Giunta, Ordinario di Economia Aziendale presso il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Università degli Studi di Firenze (dove insegna International Accounting e Financial Statement Analysis) e coordinatore del nucleo di valutazione (OIV) della stessa Università, che ha lavorato sullo studio insieme al suo team, composto da Laura Bini, Lorenzo Simoni, Rebecca Miccini e dal nuovo membro Edoardo Nesi.

Cosa emerge dalla terza edizione di top 500 Firenze?

"L’indagine delle prime 500 imprese fiorentine per fatturato consente di valutare le ricadute della pandemia in termini economico-finanziari sul tessuto economico provinciale. Sebbene, infatti, le prime 500 imprese rappresentino solo il 2,7% delle società di capitali del territorio, a esse è imputabile circa l’80% del fatturato e il 93% della ricchezza lorda —misurata dall’EBITDA— generata nella provincia. A livello di retribuzioni e imposte pagate nel 2020 si parla di 3,8 miliardi di euro e 880 milioni di euro rispettivamente. Nel complesso, nel 2020, è andato perduto il 12% del fatturato e il 29% della ricchezza lorda prodotta (EBITDA) rispetto all’anno precedente. Ha chiuso l’esercizio in perdita il 21% delle imprese, contro il 10% del 2019. Nonostante le difficoltà e in controtendenza rispetto al dato nazionale (cfr. Osservatorio sui bilanci 2020, Cerved), il numero dei dipendenti è aumentato, passando da 121.768 a 127.082 unità".

Differenze fra i settori?

"Top 500 analizza gli otto settori più rappresentativi che coprono il 75% del campione e l’80% del fatturato. Nello specifico (tra parentesi la numerosità): commercio all’ingrosso (102); calzatura, tessile e abbigliamento (75); automotive, trasporti e logistica (65); commercio al dettaglio (35); metallurgia e prodotti in metallo (35); elettronica e informatica (28); gommachimica e plastica (24); farmaceutico e sanità (23). Tra questi, il settore della calzatura, tessile e abbigliamento è il più colpito dalla pandemia, con un -31% del fatturato nel 2020, mentre la ricchezza lorda estratta dalle vendite (EBITDA margin) si è contratta del 9% passando dall’8,1% del 2019 al 7,4% del 2020".

Qual è stato l’andamento dei fatturati?

"Solo il 19% delle imprese è riuscito a chiudere il 2020 con una crescita sia di fatturato che di margini, mentre il 53% ha subito una flessione su entrambi i versanti. Andamento simile nel commercio al dettaglio, con flessione del fatturato del 10% e margini lordi ridotti del 19%, passando dal 4,7% del 2019 al 3,8% del 2020. Anche i settori farmaceutico e sanità ed elettronica e informatica, gli unici a non subire una flessione dei fatturati (+0,3% e +15%), hanno subito unae contrazione dei margini, del 22% e 11%".

A livello dimensionale, chi ha sofferto maggiormente?

"Le imprese di grandi dimensioni hanno avuto danni maggiori. Si tratta di 129 aziende che pur rappresentando solo il 26% del campione realizzano l’82% del fatturato provinciale e l’89% della ricchezza lorda (EBITDA). Guardando al fatturato, in media, la perdita è stata del 13% rispetto al 2019, mentre i margini netti (ROS) sono passati dal 3,9% del 2019 al 2,6% del 2020 (-33%). Su questo risultato sembrano aver inciso ammortamenti e accantonamenti. Eppure, le grandi imprese sono riuscite a garantire una maggior redditività degli investimenti (3,6%) rispetto alle medie (3,1%), più efficienti nella gestione del capitale. Le medie imprese appaiono in difficoltà maggiore, posto che solo poco più di un quarto delle 303 nel campione ha registrato prestazioni in aumento sia sotto il profilo della crescita che della ricchezza creata, mentre il 35% ha subito perdite su entrambi i versanti".

Lisa Ciardi