"Crescita sostenibile, la direzione giusta"

Marco Mancini, partner PwC Italia: "Tutto si basa sulla piena integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance"

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"Un modello di crescita sostenibile si basa sulla piena integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (Environment, Social e Governance - ESG)". A spiegarlo, Marco Mancini, partner PwC Italia. "Attualmente – spiega - tra le componenti ESG, particolare attenzione è rivolta a quelle ambientali. In particolare, l’impegno nel ridurre le emissioni di gas serra e nel raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 è stato incorporato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In tale contesto, nonostante la definizione e l’attuazione di politiche per contrastare gli effetti del cambiamento climatico sia principalmente compito delle Autorità governative, il ruolo del sistema finanziario rimane centrale: l’entità degli investimenti per favorire la transizione richiede, infatti, l’apporto di risorse private, rendendo imprescindibile il ruolo dell’industria bancaria e finanziaria".

E non mancano nuove opportunità, insieme a nuovi rischi. "Se da un lato gli intermediari dovranno continuare a garantire il necessario accesso al credito – prosegue Mancini - assistendo le aziende impegnate nel lungo e complesso processo di transizione con nuova finanza; dall’altro dovranno dotarsi di idonei presidi, sviluppando adeguate prassi per identificare, misurare, monitorare e mitigare i rischi climatici e ambientali. I piani industriali recentemente approvati dai principali player bancari evidenziano un forte impegno e una focalizzazione su tematiche ESG come fattore chiave di successo, e sul mercato stiamo già assistendo a una crescita e diversificazione dei finanziamenti dedicati ad attività sostenibili (green e sustainability-linked loans), nonché a un aumento dei plafond delle banche per il finanziamento di progetti green o con specifiche finalità legate alla sostenibilità. In questo contesto, le Autorità di Vigilanza stanno raccomandando agli intermediari di incorporare i fattori ESG e i rischi associati nelle politiche di gestione del rischio di credito, adottando un approccio olistico. I rischi climatici e ambientali dovranno integrarsi nelle strategie aziendali, nei sistemi di governo e controllo, nel risk management framework e nella disclosure degli intermediari bancari e finanziari vigilati".

Proprio gli intermediari finanziari si stanno adoperando per integrare i rischi climatici e ambientali in tutte le fasi del processo del credito, adeguando le relative politiche e procedure in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti. "I rischi climatici e ambientali – conclude Mancini - e i relativi impatti sul rischio di credito devono essere considerati, in particolare, nella concessione di nuovi finanziamenti, nel monitoraggio del livello di concentrazione settoriale e geografico del portafoglio creditizio e nella valutazione delle garanzie che assistono i finanziamenti. La sostenibilità sarà quindi un fattore di successo per l’accesso al credito da parte delle aziende".