E’ POSSIBILE TROVARE SOLLIEVO DAL DOLORE CAUSATO DA ARTROSI E USURA DELLE ARTICOLAZIONI, TORNANDO A SVOLGERE I MOVIMENTI QUOTIDIANI
Sono sempre più frequenti gli interventi di protesi di spalla in Italia grazie all’utilizzo di materiali all’avanguardia e al progresso della chirurgia che rende la protesi di spalla un intervento sicuro e duraturo nel tempo.
Quando è necessaria la protesi?
La protesi è necessaria quando la cartilagine che ricopre le articolazioni diventa meno spessa e non è più in grado di svolgere la sua funzione di cuscinetto, quando i trattamenti riabilitativi e conservativi sono falliti e quando, a causa di forti traumi, la normale struttura ossea viene compromessa.
La spalla è composta da tre ossa: la clavicola, l’omero e la scapola. Queste ossa formano due articolazioni quella acrominion-claveare e quella gleno-omerale; le articolazioni sono rivestite da una membrana sinoviale capace di produrre un liquido che lubrifica la cartilagine rendendo i movimenti fluidi e privi di attrito.
Quali sono le cause più frequenti?
Le cause più frequenti di usura delle articolazioni sono date da diverse forme di artrosi, prima fra tutte l’artrosi gleno-omerale in cui, a causa dell’età o di ripetuti traumi e lussazioni, la cartilagine tra glena e omero si assottiglia, deformando le superfici articolari e favorendo la formazione di osteofiti, ossia delle escrescenze ossee.
L’artrosi eccentrica invece è strettamente legata alla lesione della cuffia dei rotatori: l’omero tende a salire verso l’alto senza trovare più la giusta connessione con la glena. Può essere causata da malattie reumatiche come la artrite reumatoide e l’artrite psoriasica; dalla necrosi sanguigna della testa omerale dovuta a fratture o all’uso continuo e ripetuto di cortisonici; dalle fratture dell’omero prossimale o dal fallimento di interventi precedenti.
Quali tipi di protesi esistono?
Esistono diversi i tipi di protesi corrispondenti alle diverse necessità dei pazienti: si utilizza la protesi totale per sostituire sia la testa omerale che la glena scapolare; quando solo una delle prossimità articolari richiede di essere sostituta si parla di endoprotesi.
Esiste poi la protesi anatomica che riproduce la naturale anatomia dell’articolazione: una sfera metallica è collegata alla testa dell’omero e un cono viene inserito nella tasca ossea della scapola. Questo tipo di protesi è quello più comune e viene utilizzato già a partire dagli anni 50.
Esistono protesi più conservative chiamate di rivestimento e emicefaliche utilizzate quando non ci sono grandi usure o deformazioni.
La protesi inversa di spalla viene preferita nei casi di lesione irreparabile della cuffia. Introdotta nel 1985 dal medico francese Grammont e utilizzata esclusivamente nei pazienti più anziani, adesso viene impiegata anche nei pazienti più giovani in caso di lesione irreparabile della cuffia, fratture o fallimenti di protesi anatomiche.
Come si svolge l'intervento?
L’intervento prevede una incisione nella regione anteriore della spalla. La porzione di omero prossimale rovinata viene rimossa e la cavità glenoidea viene preparata per accogliere le componenti della protesi.
Viene eseguita in circa 120 minuti in anestesia locale/sedazione e prevede 3/4 giorni di ricovero ospedaliero. Dopo l’intervento il paziente deve utilizzare un tutore specifico e seguire un percorso di fisioterapia specifico per la spalla già dai giorni successivo all’operazione.
Guarda l’intervista del dr. Checcucci, coordinatore del Team Symcro, il Centro Ricerca multidisciplinare specializzato nell’arto superiore.
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