Istituzioni e volontari: il lungo lavoro per l’inclusione

La Nazione Solidale

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Lavoro e inclusione. Non commiserazione. I disabili toscani si aspettano questo principalmente dalla società dei cosiddetti ‘normali’. «Cerco l’uomo» diceva il filosofo Diogene di Sinope. Che era davvero avanti; il primo a dichiararsi cosmopolita, cittadino nel mondo, sprezzante delle mille appartenenze delle polis greche e oggi davvero attuale a fronte dei tanti egoismi anche di campanile che attanagliano la nostra società. Cercava l’uomo, Diogene, lo cercava con una lanterna per vederci meglio. Cercava una mente, dei sentimenti, i valori. Non la cosiddetta integrità fisica. E questo messaggio oggi deve essere forse riscoperto. La disabilità è una condizione che non intacca l’uomo; è materia, non spirito.

Nella società che è fatta appunto di esseri umani, l’abbattimento delle barriere dovrebbe essere un fatto normale, non un obiettivo da raggiungere. Purtroppo in questa nostra Italia ancora non c’è sempre questa mentalità. In Toscana qualche passo avanti è stato compiuto. Grazie alle istituzioni, ma anche alle associazioni di volontariato, che danno lezioni di civiltà e organizzano progetti che favoriscono l’integrazione, l’abbattimento delle barriere. C’è ancora strada da

fare. Peraltro in salita. Ma tutti insieme, magari con la lanterna in mano alla ricerca dell’uomo, il cammino sicuramente può essere più leggero.