Il programma di marzo della Fondazione Teatro di Pisa

STAGIONE DI DANZA

Pisa, Chiesa di Sant'Andrea, giovedì 1° marzo 2018 ore 21

Anticorpi XL-Network Giovane Danza d’Autore

SERATA EXPLO

WHAT HAPPENED IN TORINO di e con Andrea Costanzo Martini premio del pubblico al MAS DANZA, Gran Canaria 2015

BEVIAMOCI SU_ NO GAME

YELLOWPLACE

Alla fine dello spettacolo, incontro/conversazione con i coreografi a cura di Silvia Poletti, critico e studiosa di danza

Anche quest’anno la Fondazione Teatro di Pisa e FTS onlus sostengono attivamente i giovani coreografi come partner del network Anticorpi XL, che svolge azione di monitoraggio, selezione e promozione della giovane danza d’autore, dando la possibilità a tre giovani artisti di presentare i loro lavori al pubblico.

A cavallo tra realtà e finzione, con uno sguardo alle televendite televisive, è il personaggio a cui si ispira Andrea Costanzo Martini, giovane coreografo torinese molto più conosciuto all’estero che in Italia, residente da anni in Israele, danzatore anche nella Batsheva Dance Company, per il pluripremiato e ironico solo What Happened in Torino. Il testo che accompagna la danza è una libera traduzione dell'icona delle televendite Vanna Marchi, una figura controversa degli anni '90 famosa per i metodi di vendita non convenzionali e il proprio carattere esuberante.

Tornano Francesco Colaleo e Maxime Freixas, questa volta in un trio con Francesca Ugolini, sempre in linea con una ricerca spontanea, divertente ed emozionante. Con Beviamoci su_no game affrontano la difficile tematica della dipendenza dall'alcool, dal gioco e dalle relazioni interpersonali. Una riflessione contemporanea su uno stile di vita sempre più accelerato.

Il divertimento delle nuove generazioni Smart rischia di essere un pericolo frequente, un Game Over causa del distruttivo desiderio di prevaricazione della propria persona sugli altri. Il colore è, invece, il punto di partenza per lo sviluppo di YellowPlace, racconto della natura di un amore tutto al maschile. Due sconosciuti s’incontrano e raggiungono rapidamente il punto più intenso del loro rapporto. Mattia de Russo e Antonio de Rosa affrontano in un duetto il tema dell’incontro, dell’amore e della crescita di un rapporto. Diviso drammaturgicamente in tre parti - l’innamoramento, la dipendenza nevrotica, la stabilità – lo spettacolo si pone un quesito importante sulla durata di una coppia: invecchiare insieme è verità o finzione?

Biglietti intero € 10; ridotto € 7; giovani e scuole di danza € 5, in vendita al Botteghino del Teatro Verdi

STAGIONE LIRICA / INCONTRI

Pisa, Foyer del Teatro Verdi, sabato 3 marzo 2018 ore 11

IN ATTESA DE “L’ITALIANA IN ALGERI”

presentazione-aperitivo

STAGIONE LIRICA

Pisa, Teatro Verdi, sabato 10 marzo ore 20.30, domenica 11 marzo ore 15.30

(giovedì 8 marzo ore 16 promozionale scuole)

L’ITALIANA IN ALGERI

Coproduzione Teatro di Pisa e Teatro Sociale di Rovigo

«Smussare, levigare, semplificare, ovvero, mettere a nudo il meccanismo di quella stendhaliana “follia organizzata e completa” che fa dell’Italiana in Algeri uno dei capolavori assoluti dell’opera comica (non solo) rossiniana. Tagliare più che aggiungere, arrivare al cuore delle situazioni. Perché nella perfetta struttura architettonica di quest’opera si chiude tutto un capitolo storico e culturale che Rossini riassume prima di avviarsi a nuove forme di partecipazione intellettiva». Così Stefano Vizioli sull’opera con la quale il Teatro di Pisa ha scelto di chiudere la propria Stagione Lirica 2017/18, partecipando nel contempo alle celebrazioni del 150° della morte di Rossini che, in Italia e non solo, percorrono tutto il 2018 .

Un vero e proprio caposaldo della produzione rossiniana, L’Italiana in Algeri. Si suole infatti far risalire l’aureo momento dell’esplosione di Rossini nei teatri italiani, la sua precoce conquista d’un successo destinato a non venir mai meno, all’anno 1813, quando il ventunenne compositore sbancò i teatri veneziani con due capolavori, l’uno serio dato alla Fenice il 6 febbraio, Tancredi, e l’altro buffo dato al San Benedetto il 22 maggio, L’italiana in Algeri, appunto. Nella sua acuminata e coloratissima veste sonora, L’Italiana in Algeri fu qualcosa di veramente inusitato per il costume musicale dell’epoca: per le vertigini d’una coloratura vocale che proprio qui approdavano all’opera buffa senza visibili differenze rispetto alla scrittura dell’opera seria (fino ad allora luogo deputato dell’esibizione belcantistica), per le innovazioni determinanti della drammaturgia, per le straordinarie finezze orchestrali.

La trama è nota e si ispira a un fatto di cronaca, la vicenda di una signora milanese, Antonietta Frappolli, rapita dai corsari nel 1805, portata nell'harem del Bey di Algeri e poi tornata in Italia.

Firma scene e costumi di questa nuovo allestimento uno dei massimi artisti contemporanei, Ugo Nespolo. Annota ancora Vizioli: «Con Ugo ci unisce un’amicizia pluriventennale ed insieme abbiamo firmato già tre allestimenti in giro per il mondo: la partitura di “Italiana” si attaglia perfettamente al segno colorato, provocatorio ma anche dolcemente infantile del pop artist piemontese».

L’ultima rappresentazione de L’Italiana in Algeri a Pisa risale alla Stagione Lirica 2007/08.

Biglietti da 44 a 9 euro;  in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, nel circuito Vivaticket (con le commissioni aggiuntive previste dal circuito) e nei Punto Biglietteria del Porto di Marina di Pisa e del Palazzo dei Congressi di Pisa

51^ STAGIONE DEI CONCERTI DELLA NorMALE

Pisa, Teatro Verdi, martedì 13 marzo ore 21

ORCHESTRA DELLA TOSCANA

DMITRY SITKOVETSKY direzione

J. S. Bach, Variazioni Goldberg BWV 988 (trascrizione per archi di Dmitry Sitkovetsky)

P. I. Čajkovskij, Serenata per archi op. 48

Violinista di prima classe, all’ORT dirige e suona Dmitry Sitkovetsky, che ventitreenne, nel 1977, fuggì dall’Unione Sovietica per poter studiare a New York. Ovvio che il compatriota Čajkovskij sia per lui pane quotidiano: ne presenta la Serenata per archi op.48, tributo al classicismo mozartiano non però attraverso l’effettiva imitazione dello stile, bensì grazie al senso di serenità e disimpegno riversato in ogni pagina di questa composizione datata 1880. Ma quel che occupa la gran parte del programma, con quasi un’ora di durata, e che valorizza le doti di eccellente musicista, sono le Variazioni Goldberg di Bach: trenta trasformazioni di un’Aria che, secondo la leggenda, sono state concepite per far da ninnananna a un aristocratico insonne. Stranissimo ascoltarle suonate da un’orchestra, dato che sono scritte per clavicembalo (e vengono fatte normalmente anche dai pianisti). Infatti la versione odierna, per archi, è una trascrizione dovuta allo stesso Sitkovetsky, così fortunata da averlo poi spinto a tradurre per orchestra tanti altri autori.

Biglietti da 15 a 2,50 euro;  in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, nel circuito Vivaticket (con le commissioni aggiuntive previste dal circuito) e nei Punto Biglietteria del Porto di Marina di Pisa e del Palazzo dei Congressi di Pisa

STAGIONE DI DANZA

Pisa, Teatro Verdi, giovedì 15 marzo ore 21

Compagnia Virgilio Sieni

PETRUSKA

Produzione Teatro Comunale di Bologna

Virgilio Sieni, coreografo e danzatore conosciuto a livello internazionale, «tra i pochissimi capaci tramite il movimento di dar vita a composizioni che parlano ancora dell’umano, delle sue debolezze e fragilità» (Goffredo Fofi) presenta la sua nuova creazione, che si sviluppa intorno alla relazione tra marionetta e tragedia, gioco e archeologia: un ciclo di azioni sentimentali sulla natura del gesto e l’abilità di stare al mondo. Qui la coreografia vuole rimanere fedele al mito di Petruska, così come vengono amate alla follia le infinite fuoruscite di Pulcinella che donano leggerezza alla gravità delle azioni. Petruska è qui in cammino tra lazzi e innamoramento, tra gioco e tragedia, si dimentica della sua incorporeità e da angelo delle fiere e del divertimento apre uno squarcio nella vita. Ci permette di penetrare in quel tratto dell’immaginario dove l’essere marionetta ci guida nel vissuto: marionetta che disattiva con le sue movenze e le danze, l’inesorabile decadimento. Dunque, danzare fino alla fine del mondo, fin dal primo momento che già assapora di tragedia nonostante il clima festoso, gettando un legame con l’impossibile. Tra noi e il vuoto, tra noi e il nascosto.

Biglietti da 20 a 5 euro; in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, nel circuito Vivaticket (con le commissioni aggiuntive previste dal circuito) e nei Punto Biglietteria del Porto di Marina di Pisa e del Palazzo dei Congressi di Pisa

STAGIONE DI PROSA

Pisa, Teatro Verdi, sabato 17 marzo 2018 ore 21, domenica 18 marzo ore 17

Lucia Mascino, Filippo Dini in 

IL SEGRETO DELLA VITA

Rosalind Franklin

di Anna Ziegler

produzione Teatro Eliseo

La grande Storia (la scoperta della struttura del DNA) e il piccolo straordinario racconto degli ultimi anni di vita della scienziata Rosalind Franklin. Così spiega Filippo Dini: “Ci troviamo di fronte ad uno degli avvenimenti più sconvolgenti e controversi nella storia del pensiero e delle conoscenze scientifiche. Tutta l’umanità si inchina e si compiace in un unico trionfale applauso nei confronti dei grandi scienziati che sono riusciti a decifrare ciò che era definito ‘il segreto della vita’. La vicenda, tuttavia, fu tutt’altro che epica e nobile. I personaggi coinvolti in questa scoperta furono molti, tutti scienziati autorevoli che collaborarono in diverse fasi alla stessa ricerca, ma che furono vittime e carnefici, a seconda delle alterne fortune, delle reciproche invidie e desideri di riscatto personali. Tutti lottarono per avere un personale posto di rilievo nella Storia, ognuno con le proprie capacità e le proprie motivazioni, talvolta anche nobili, ma sempre e comunque a discapito del sesto personaggio di questa storia, dell’unica donna di questa favola; una donna meravigliosa e detestabile, una persona limpida e contradditoria, ambiziosa e vigliacca, una donna fuori dalle umane catalogazioni e impossibile da raccontare: Rosalind Franklin. Il suo merito fu quello di fotografare un campione di DNA con una tecnica delicatissima e complessa che sfruttava la diffrazione a raggi X. In particolare, la fotografia numero 51 riuscì ad immortalare in modo più nitido la X della doppia elica del DNA. Un grande dono che Rosalind fece alla scienza, all’umanità e a se stessa. L’ambiziosissimo James Watson, con la complicità del suo collega Francis Crick, sfruttò la fotografia per costruire un modellino del DNA, passando alla storia come il vero responsabile della grande scoperta, vincendo anche il Nobel, nove anni dopo, quando ormai la povera Rosalind era già prematuramente scomparsa all’età di 37 anni. Nel corso della pièce, i personaggi saltano continuamente da un presente, che non è definito, ad un passato, che è quello del ricordo, quello delle scene, in cui la vicenda della scoperta del DNA si interseca con la storia di Rosalind. Le scene, quindi, si alternano con i commenti e le dissertazioni dei personaggi al presente, in un continuo susseguirsi di immagini che risultano distorte, non verosimili o non coerenti a giudizio della nostra logica educata, ma che inevitabilmente contribuiscono ad arricchire e a comporre quel film, o quel sogno, che lentamente si srotola sereno e perfettamente compiuto nella nostra mente”

Biglietti da 30 a 7,50 euro; in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, nel circuito Vivaticket (con le commissioni aggiuntive previste dal circuito) e nei Punto Biglietteria del Porto di Marina di Pisa e del Palazzo dei Congressi di Pisa

STAGIONE LIRICA / PARLANDO DI LIBRI

Pisa, Foyer del Teatro Verdi, martedì 20 marzo ore 18.00

“PARTICELLE”

di Sandra Lischi

(ed. La Camera verde, Roma 2017)

introduce e coordina il direttore artistico Stefano Vizioli; partecipa l’Autrice; relatori da definire

Dal risvolto di copertina: “Case, cose, città e isole, cinema. Affetti, libri, amori, teatro, amicizie. Musiche. Anni. Perdite e presenze. Tracce, soglie di tempo. Quindici racconti, una galleria di ricordi e ritratti tenuti insieme e abbracciati con tenerezza in un canto corale.”

Dalla recensione del blog Enez Vaz: “Cercando nelle pieghe della propria vita possono emergere fatti, luoghi, emozioni, suoni, odori, colori… Quando Sandra Lischi pesca nella propria memoria ne emergono soprattutto persone. Sono persone, naturalmente, legate a fatti, luoghi, emozioni, eccetera (o meglio, come direbbe lei, eccetra). Ma tutto quel contorno è come la scena di una rappresentazione, e le persone rievocate nella raccolta Particelle sono come personaggi sul palcoscenico della memoria. Ora, il palcoscenico si trova in un teatro, e il teatro è fatto anche da una moltitudine di altri luoghi (i palchi, la platea, le quinte, gli spazi tecnici, gli spogliatoi, il foyer…) ma anche di persone: gli interpreti, gli spettatori, i tecnici. A far da raccordo – o da storia parallela – fra questi quindici micro-racconti pubblicati dalle Edizioni La Camera Verde, un’altra storia che si svolge, infatti, in teatro. Sandra Lischi fa parte del Coro dell’Università di Pisa e in questa storia parallela – le innumerevoli prove per tanti spettacoli al Teatro Verdi di Pisa, fra i quali domina il Mefistofele di Arrigo Boito – racconta il suo rapporto con il teatro, la musica, i compagni di coro, i direttori, i tecnici, i registi, il pubblico… Insomma: una moltitudine di persone a far da contorno a una moltitudine di persone. E nel ribadire l’importanza di una felice convivenza di tutti i ruoli del teatro al fine di ottenere un buon risultato d’insieme, Sandra Lischi ci fa notare anche come tutti questi personaggi dei racconti siano al tempo stesso interpreti e spettatori – o tecnici – di ciò che vivono. Tutti siamo al tempo stesso interpreti e spettatori di quel che viviamo”.

Questo è il secondo appuntamento deò ciclo “Parlando di libri”, cinque incontri pomeridiani che, fino a novembre, animeranno il Foyer del Verdi.  Cinque conversazioni con gli autori, attorno ad altrettanti titoli non necessariamente legati alle opere in cartellone, ma volti ad incuriosire e coinvolgere chi volesse addentrarsi nelle molteplici tematiche legate alla musica, e in particolare all’opera lirica.

Ingresso libero

PISA JAZZ 2018

Pisa, Teatro Verdi, mercoledì 21 marzo ore 21

GONZALO RUBALCABA piano solo

in esclusiva toscana per Pisa Jazz

Un’eccezionale esclusiva toscana per Pisa Jazz, un grande Maestro in concerto al Teatro Verdi di Pisa: Gonzalo Rubalcaba in piano solo. Rubalcaba è considerato una delle stelle del jazz mondiale: 15 nominations ai Grammy Awards, ha vinto nel 2002 – con Jay Newland e Charlie Haden alla produzione – come Best Latin Jazz Albumcome con “Nocturne”, ha collaborato con i più grandi jazzisti del mondo (da Dizzy Gillespie a Herbie Hancock, da Richard Galliano a Ron Carter, solo per citarne alcuni). Il suo repertorio artistico non ha mai smesso di evolversi andando a toccare le sonorità afro-cubane, le ballate tradizionali cubane e messicane, i boleri e le opere classiche cubane. Ha da sempre sfidato le tradizionali classificazioni musicali per trasformare con la sua musica la routine quotidiana in bellezza. Le sue esibizioni in solo permettono di ascoltare in maniera rivelatoria la sua magnetica diteggiatura, ma anche immerso in qualunque altro contesto strumentale il suono di Rubalcaba emerge sempre vividamente con la sua classe incomparabile.

Pisa Jazz ha un fitto calendario di concerti programmati, fino a maggio,in diversi spazi della città, oltre al Teatro Verdi: il Teatro Sant’Andrea, l’Exwide Club, il Lumière, il Deposito Ponetcorvo. Per il programma completo  www.pisajazz.it  

Biglietti: 1° settore - intero € 26 (rid. Soci ARCI, giovani under25, studenti scuole di musica € 24); 2° settore - intero € 21(rid. Soci ARCI, giovani under25, studenti scuole di musica € 19); 3° settore - € 16 (rid. Soci ARCI, giovani under25, studenti scuole di musica € 13); IN VENDITA ESCLUSIVAMENTE CON BOXOFFICE: online www.boxol.it e nei punti vendita del circuito.

APPUNTAMENTI LEG-Live Emotion Group

Pisa, Teatro Verdi, sabato 24 marzo 2018 ore 21

PAOLO RUFFINI in 

IO? DOPPIO!

Up & Down

con la Compagnia Mayor von Frinzius

IO DOPPIO – UP & down - non è solo uno spettacolo, non può restare fedele alle righe di un copione perché l’improvvisazione prende il sopravvento.

Si parte dal pubblico, dall’umore che c’è in sala, e si sviluppa un varietà dalla comicità esilarante, che lascia spazio a momenti di riflessione ma con un approccio all’insegna della leggerezza.

In questo coinvolgente happening comico Paolo Ruffini dimostra uno straordinario talento nel cogliere frammenti di umanità e a filtrarli attraverso ironia acuta e battute irriverenti. Naturalmente non mancano proiezioni e doppiaggi di spezzoni di film in vernacolo livornese, il format stra-cult che lo ha reso celebre, e che da quindici anni replica nei teatri di tutta Italia.

In questa particolare versione dello spettacolo ci sono anche le incursioni degli attori della compagnia Mayor Von Frinzius, dei ragazzi davvero “UP” con la sindrome di down, che stravolgono questo grande One Man Show portando sul palcoscenico la propria autenticità, e una comicità feroce che non risparmia niente e nessuno.

Paolo lascia il palco per andare tra il pubblico, oppure lo porta sul palcoscenico, creando una mescolanza di entusiasmo e partecipazione, parlando di relazioni, di emozioni, del potere rivoluzionario della felicità. Una ricetta che unisce il cult al contemporaneo, uno spettacolo della comicità classica ma continuamente irripetibile.

Biglietti dai 34,50 ai 22; in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, nei circuiti Vivaticket  e Boxoffice (con le commissioni aggiuntive previste dai circuiti), e nei Punto Biglietteria del Porto di Marina di Pisa e del Palazzo dei Congressi di Pisa

51^ STAGIONE DEI CONCERTI DELLA NorMALE

Pisa, Chiesa di santa Caterina, lunedì 26 marzo ore 21

QUARTETTO D’ARCHI DI TORINO

MONI OVADIA voce recitante

Le sette ultime parole di Cristo sulla croce di F. J. Haydn

Il concerto sarà preceduto da una lezione propedeutica ad ingresso libero in programma lunedì 26 marzo alle ore 18 presso la Sala Azzurra della Scuola Normale Superiore.

Nel 1786 Franz Joseph Haydn riceve da un canonico di Cadice, nella Spagna meridionale, la richiesta di comporre una musica da eseguirsi durante le cerimonie del Venerdì Santo. Nasce la Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto Hob:XX:1 nella versione originale per orchestra. Haydn ha sempre considerato questa composizione come uno dei suoi lavori migliori, tanto da indurlo, per sopperire alle esigenze di amatori che non erano in grado di disporre dell’orchestra necessaria,  a preparare nel 1787 una trascrizione per quartetto d’archi Hob:XX:2, e una riduzione per pianoforte Hob:XX:3 e infine, nel 1796, una versione per coro e orchestra Hob:XX:4 su testo di un canonico di Passau. La migliore presentazione di questo brano si deve allo stesso Haydn che, nell’inviare la partitura alla Breitkopf & Härtel per la pubblicazione, allegò la seguente prefazione: «Circa quindici anni fa mi fu chiesto da un canonico di Cadice di comporre della musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva  al termine ogni discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci minuti l’uno senza annoiare gli ascoltatori: a dire il vero mi fu quasi impossibile rispettare i limiti stabiliti». La composizione, la cui prima esecuzione ebbe luogo presumibilmente il Venerdì Santo del 1786, si articola in sette sonate in tempo lento che meditano sulle ultime frasi pronunciate da Cristo sulla croce, precedute da una maestosa introduzione e concluse con un Presto che descrive il terremoto che sconvolse il Calvario come racconta il Vangelo di Matteo. Quando l’editore Artaria pubblicò il lavoro, Haydn fece inserire all’inizio di ogni sonata il testo delle sette parole sotto la parte del primo violino, per far concentrare gli esecutori sul contenuto di quanto suonano.

Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti e poi via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un teatro musicale assolutamente peculiare. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il vagabondaggio culturale e reale proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare e di cui si fa memoria per il futuro.

Il Quartetto d’archi di Torino è presente da più di venticinque anni nelle più importanti stagioni musicali. Nato e cresciuto grazie a Piero Farulli, Andrea Nan- noni, Milan Skampa e György Kurtág, il Quartetto ha ottenuto l’incarico di Quartet in Residence all’Istituto Universitario Europeo di Firenze (1990), il Diploma d’onore presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena e il secondo Premio al quarto Concorso Internazionale per Quartetto d’archi di Cremona (1994); inol- tre il secondo premio, il premio speciale per il Quartetto meglio classificato e il Premio del pubblico al Concorso Internazionale Vittorio Gui di Firenze (1995). Il Quartetto si esibisce nelle più importanti stagioni concertistiche e festival e le sue interpretazioni vengono regolarmente trasmesse in Italia e all’estero. La notorietà presso il grande pubblico è arrivata grazie alla colonna sonora del film di Gabriele Salvatores Io non ho paura composta da Ezio Bosso (2002), spesso proposta in concerto in forma di suite. È tra i pochissimi quartetti al mondo a eseguire regolarmente lo String Quartet n. 2 di Morton Feldman, il quartetto più lungo della storia (circa sei ore) e opera culto della musica contemporanea.

Ingresso libero

STAGIONE LIRICA / PARLANDO DI LIBRI

Pisa, Foyer del Teatro Verdi, martedì 27 marzo ore 18.00

“IL MIO MISTERO È CHIUSO IN ME. Vita e opere di Giacomo Puccini”

di Emiliano Sarti  

(ed. dreamBOOK, Pisa 2016)

introduce e coordina il direttore artistico Stefano Vizioli; interviene Stefano Mecenate (musicologo ed editore); è previsto un piccolo concerto vocale del repertorio pucciniano

Nel cuore della città di Lucca, a due passi dalla centralissima piazza San Michele, c’è una piccola strada, via di Poggio, che conduce in un’altra piazzetta, detta Cittadella, in cui dal 1994 si innalza una statua, omaggio della città al suo più grande figlio: Giacomo Puccini. Appunto in via di Poggio il piccolo Giacomo nacque il 22 dicembre 1858. Questo volume ripercorre la vita del Maestro seguendone il percorso artistico, ma anche le influenze che i vari luoghi e incontri hanno avuto sulla sua produzione: dagli anni di formazione a Lucca e a Milano, con la nascita delle prime opere, alla fama raggiunta con Manon Lescaut, fino all’incompiuta Turandot. Il tutto senza tralasciare i momenti più complessi della sua vita e della sua produzione artistica, che frequentemente ha vissuto fasi di ripensamento e modifiche più o meno sostanziali.

Ingresso libero

51^ STAGIONE DEI CONCERTI DELLA NorMALE

Pisa, Teatro Verdi, mercoledì 28 marzo ore 21

MAHAN ESFAHANI clavicembalo

in programma musiche di Thomas Tomkins, William Byrd, Giles Farnaby, Johann Sebastian Bach, Luciano Berio, György Sándor Ligeti

Il concerto sarà preceduto da una lezione propedeutica ad ingresso libero in programma martedì 27 marzo alle ore 21 presso la Sala Azzurra della Scuola Normale Superiore.

Mahan Esfahani, sin dal suo debutto nel 2009, si è impegnato a portare il clavicembalo sui più celebri palcoscenici musicali e a far acquisire allo strumento una nuova dignità, grazie a un fitto programma di récital  e concerti di musica d’epoca e contemporanea. Nato a Teheran nel 1984, Esfahani è cresciuto negli Stati Uniti e ha ricevuto i primi insegnamenti musicali da suo padre sul pianoforte, prima di sviluppare da adolescente un interesse per il clavicembalo. In seguito, ha studiato Musicologia e Storia alla Stanford University, sotto la guida di George Houle, per poi proseguire in modo ancora più intensivo con Peter Watchorn a Boston e completare infine la sua formazione con la rinomata Zuzana Růžičková a Praga.

Tra il 2008 e il 2010 è stato uno dei BBC New Generation Artist, ha vinto un premio della Fondazione Borletti-Buitoni, e nel 2014 è stato candidato sia come strumentista dell’anno della Royal Philharmonic Society sia come artista dell’anno per i Gramophone Award. In entrambi i casi, si tratta di un evento senza precedenti per il clavicembalo. Nel 2015 è stato premiato come debuttante dell’anno dal BBC Music Magazine e nominato per i Gramophone Award in tre diverse categorie: miglior strumentista barocco, miglior strumentista e, ancora una volta, miglior artista dell’anno.In qualità di solista, Mahan Esfahani è ospite regolare di alcune delle migliori orchestre del mondo, registrando ed esibendosi spesso con compagnie quali la BBC Symphony Orchestra, il Concerto Köln, la Chicago Symphony Orchestra, la Seattle Symphony, la Los Angeles Chamber Orchestra, l’Academy of Ancient Music, l’English Concert, la Royal Liverpool Philharmonic, l’Orquesta de Navarra, Les Violons du Roy e altre ancora, sotto l’esperta conduzione di direttori del calibro di Martyn Brabbins, Jiri Bělohhlávek, Antoni Wit, Ludovic Morlot e Harry Bicket.

Tra i suoi traguardi recenti figurano l’inizio di una collaborazione artistica a lungo termine con la Los Angeles Chamber Orchestra, una serie di concerti di Bach e Górecki con Les Violons du Roy nel Québec e a Montreal, ulteriori concerti con la Melbourne Symphony e l’Auckland Philharmonia, il ritorno alla Laeiszhalle   di Amburgo e una serie di esibizioni di musica da camera e da solista per il Midsummer Music di Reykjavík e il Vinterfest. Tra i momenti più significativi della stagione passata, ricordiamo le improvvisazioni con il sound artist norvegese Alexander Rishaug all’Emanuel Vigeland Mausoleum di Oslo, il debutto nei récital al Mostly Mozart Festival del Lincoln Center, l’esecuzione di musiche di de Falla e Saariaho al Music Festival di Aspen e un concerto di musica moderna e barocca alla Filarmonica di Colonia, dove, nel febbraio 2016, la sua esecuzione degli spartiti di Steve Reich ha provocato la prima rivolta nella storia a un concerto per clavicembalo.

La stagione attuale lo vedrà impegnato all’Oji Hall di Tokyo, nella sala concerti della Città Proibita di Pechino, alla Sennheiser Concert Hall di Shanghai, nell’Utzon Room della Sydney Opera House, allo Strand Theater for San Francisco Performances, al 92nd Street Y di New York, alla Filarmonica di Colonia, allo Sheldonian Theatre di Oxford, allo Schleswig-Holstein Music Festival, all’Heidelberg Frühlings Festival e alla Wigmore Hall di Londra, dove una collaborazione di lunga data risalente ai suoi esordi è sbocciata in un progetto di cinque anni per l’esecuzione completa delle composizioni per clavicembalo di J.S. Bach a partire dal 2017. Da grande sostenitore della musica contemporanea, nella stagione 2016/17 Esfahani si è esibito in due nuovi concerti: uno per clavicembalo di Francisco Coll, con la Brittein Sinfonia, e uno di Elena Kats-Chernin per la Melbourne Symphony.

In aggiunta alla sua carriera di musicista, Mahan Esfahani compare spesso in radio, e lavora come commentatore e come critico, trattando di argomenti musicali e culturali in programmi della BBC come Front Row, Building a Library, e Record Review. Al momento sta producendo il suo secondo radio-documentario per la BBC. Dopo un periodo da artista residente al New College di Oxford, sta proseguendo la sua carriera accademica in qualità di professore alla Guildhall School of Music and Drama di Londra.

Biglietti da 15 a 2,50 euro;  in vendita al Botteghino del Teatro Verdi, nel circuito Vivaticket (con le commissioni aggiuntive previste dal circuito) e nei Punto Biglietteria del Porto di Marina di Pisa e del Palazzo dei Congressi di Pisa

PISA JAZZ 2018

Pisa, Teatro Verdi, giovedì 29 marzo ore 21.15

Pisa Jazz e Music Pool

presentano

SAN RA ARKESTRA

diretta da MARSHALL ALLEN

Evento inaugurale del festival Utopia, Italy - A new festival for courageous dreamers

nei 50 anni dalla morte di Martin Luther King

Opening Act: Dinamitri Jazz Folklore

C’è stato un momento negli anni ’60 in cui John Coltrane, Malcom X, Duke Ellington, Cecil Taylor, Ornette Coleman, Bill Dixon, Sun Ra, Albert Ayler e Martin Luther King erano tutti vivi e nel pieno della loro attività. L’avanguardia jazz afro-americana era al culmine della sua creatività. Si respirava un’aria di riscatto e resistenza, le persone invadevano le strade delle città americane chiedendo più diritti civili e il ritiro dei militari dalla guerra in Vietnam. Nel mondo del jazz cominciavano a farsi largo concetti come l’autodeterminazione dell’artista e l’autoproduzione. C’era una tensione in tutta la comunità afro-americana all’auto-miglioramento e al miglioramento della società, potremmo dire una tensione all’utopia: “Black Music in Evolution” insomma, come il motto della rivista “The Cricket” su cui scrivevano poeti e musicisti, e di cui Sun Ra era consulente.

Considerata questa premessa storica, il concerto della Sun Ra Akestra diretta da Marshall Allen organizzato da Pisa Jazz come evento inaugurale del Festival “Utopia, Italy”, promosso da New York English Academy nei 50 anni dalla morte di Martin Luther King, appare una scelta dovuta..

Pisa Jazz ha un fitto calendario di concerti programmati, fino a maggio,in diversi spazi della città, oltre al Teatro Verdi: il Teatro Sant’Andrea, l’Exwide Club, il Lumière, il Deposito Ponetcorvo. Per il programma completo  www.pisajazz.it  

Biglietti: 1° settore - intero € 26 (rid. Soci ARCI, giovani under25, studenti scuole di musica € 24); 2° settore - intero € 21(rid. Soci ARCI, giovani under25, studenti scuole di musica € 19); 3° settore - € 16 (rid. Soci ARCI, giovani under25, studenti scuole di musica € 13); IN VENDITA ESCLUSIVAMENTE CON BOXOFFICE: online www.boxol.it e nei punti vendita del circuito.

INFORMAZIONI

Fondazione Teatro di Pisa / Teatro Verdi, via Palestro 40 56127 Pisa, tel 050 941111

www.teatrodipisa.pi.it