Il progetto di Shalom per le abitanti di Mityana

Microcredito per avviare allevamenti di maiali

Namande Margareth che, grazie al microcredito del Movimento Shalom alleva maiali

Namande Margareth che, grazie al microcredito del Movimento Shalom alleva maiali

Un fondo di microcredito destinato alle donne per l’avvio di attività generatrici di reddito. Lo ha avviato nel 2014 il Movimento Shalom per aiutare le donne dell’Uganda, Paese in cui, nonostante il grande potenziale agricolo, gli agricoltori non hanno le risorse per migliorare i raccolti, superare l’agricoltura di sussistenza e vendere il surplus produttivo per comprare i nutrienti
mancanti. Un dato
ancora più evidente
nel caso di famiglie
con un capofamiglia
donna, quindi con una
sola fonte di reddito.
«Spesso – spiegano
i responsabili del
Movimento Shalom
- esse non arrivano
a soddisfare i bisogni
alimentari di tutta la
famiglia. Hanno meno
possibilità di accedere
a prestiti per migliorare
la propria attività o per far fronte a crisi alimentari e in generale sono meno alfabetizzate degli uomini e restano così bloccate in un ciclo di lavoro mal pagato, povertà e insicurezza alimentare». Nel 2017 grazie a un finanziamento della Tavola Valdese è stato possibile sostenere la Saint Jude Bbanda Shalom Women’s Group, un’associazione di donne di cui fanno parte alcune donne nel distretto di Mityana, a circa 70 km dalla capitale Kampala. «L’associazione ha rilevato l’opportunità per il territorio di avviare piccoli allevamenti di maiali – proseguono da Shalom - che hanno un rapporto di costo/guadagno vantaggioso rispetto ad altri tipi di animali da cortile: sono meno soggetti a malattie, si nutrono di scarti alimentari e agricoli, la costruzione delle porcilaie è più economica rispetto ad altri tipi di stalle; al contempo la quantità di carne che si ricava per la vendita è vantaggiosa. Inoltre il letame può essere utilizzato come fertilizzante per le attività agricole e l’urina come pesticida». Il miglioramento delle entrate delle donne avrà da un lato una ricaduta positiva sull’alimentazione e l’accesso alle cure mediche per la famiglia e anche sulla formazione, soprattutto delle bambine.