Alzheimer e infermieri: quando e a chi rivolgersi

L’importanza dell’assistenza e della consulenza: il punto di Opi Fi-Pt

Alzheimer e infermieri

Alzheimer e infermieri

Fra le diverse forme di demenza che esistono, la più frequente è la malattia di Alzheimer, che riguarda il 50% dei casi. Si tratta di una malattia progressiva che prende il nome da Alois Alzheimer, il neuropsichiatra tedesco che nel 1906 descrisse per primo la malattia. L’esperienza indica che tra la manifestazione dei primi sintomi di demenza e la diagnosi passano mediamente due anni e questa lunga fase grava completamente sulla famiglia. Ma anche dopo la diagnosi, la maggior parte dell’impegno di cura e assistenza ricade sui parenti. Da qui l’esigenza di un sistema che funzioni al meglio e che aiuti l’assistenza domiciliare: dall’affiancamento del medico e infermiere di famiglia, ai servizi di cure domiciliari, fino ai centri diurni integrati per anziani.

«Il 2020 non è solo l’anno internazionale dell’infermiere, ma anche un’occasione per porre l’accento sulla salute del malato e su come è possibile migliorarla – afferma Danilo Massai, presidente di Opi Firenze-Pistoia -. Tra i temi caldi sicuramente c’è la volontà di rafforzare l’assistenza infermieristica e garantire agli infermieri di lavorare al massimo delle loro potenzialità. Solo in questo modo si possono sostenere le famiglie dei malati, incluse quelle che convivono quotidianamente con l’Alzheimer. In questa malattia, come in altre, anche il proprio infermiere può indirizzarvi verso le potenziali risorse a cui ricorrere».

Oltre all’assistenza domiciliare, anche le Rsa vengono scelte come collocazione residenziale degli anziani non autosufficienti. Qui i pazienti ricevono diversi servizi, come l’assistenza medica e infermieristica, la riabilitazione, il supporto per svolgere attività quotidiane, di animazione e socializzazione. «In queste strutture, come a casa, la figura dell’infermiere è essenziale – prosegue Massai – perché è spesso il primo a relazionarsi con il paziente, a percepire i suoi cambiamenti, le esigenze, i problemi. Per questo è fondamentale vigilare sulla qualità dell’assistenza, per garantire ai pazienti un servizio adeguato, ma anche la necessaria attenzione umana