Volontariato civico e beni comuni. I numeri e le prospettive di Auser Toscana

Calvani: «Un percorso di riflessione per costruire opportunità di impegno per i volontari»

Auser Toscana

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“Volontariato civico e beni comuni. La Comunità che partecipa” è l’avvio di un percorso per il mondo associativo. Il tema è stato trattato nel convegno che si è tenuto il 6 dicembre scorso nella sede del Cesvot a Firenze, promotore dell’iniziativa insieme ad Auser Toscana. «Un percorso di riflessione - spiega Anna Calvani di Auser Toscana - per costruire opportunità di impegno per i volontari, un percorso che ci metta in condizione di diventare sempre più oggetto partecipante nella comunità, punto di riferimento nei nostri paesi».

Al seminario hanno portato il loro contributo esperti, studiosi e rappresentati di Anci e Regione Toscana ed esperti della materia, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale di Auser Enzo Costa. «Significativa - prosegue Anna Calvani - è stata la parte dedicata alla presentazione delle cinque esperienze di Auser in atto in alcuni territori della Toscana come il progetto sugli orti sociali a Bibbiena, il progetto biblioteca a Reggello nel Valdarno, o quello sui Beni Comuni a Montelupo che vede insieme giovani e anziani, e ancora il “Giardino della Passerella libero dal fumo” a Prato e il progetto a tutela e valorizzazione dei beni artistici a Firenze».

Sono i numeri che bene fotografano il volontariato civico. In base al Bilancio sociale 2017 promosso da Auser Toscana e Cesvot, è emerso che il servizio per la comunità del volontariato civico ha pesato per oltre 392mila ore, coinvolgendo 1678 volontari e 95 associazioni, mentre ammonta a oltre 880.300 il totale delle ore di volontariato civico durante le quali sono state svolte attività di aiuto alla persona (come quelle legate al Filo d’argento), ai servizi per la comunità, all’apprendimento permanente, al sostegno agli immigrati, al tempo libero, all’esercizio fisico, al turismo sociale e alla solidarietà internazionale. Gli impegni che i volontari svolgono nella società sono per il 51,66% relativi alla vigilanza delle scuole e presenza sugli scuolabus, seguiti dalla cura degli orti sociali e delle aree verdi (18,96%) e poi dalla cura e sorveglianza dei musei e delle biblioteche (12,32% e attività nei centri per il riuso e il riciclo). Il restante 13% circa comprende altre attività come l’assistenza negli ambulatori. «Occorre pensare e costruire rapporti con gli enti locali - commenta Calvani - per coprogettare e fornire insieme risposte integrate ai bisogni complessi». Delle oltre 880.000 ore di volontariato 197.000 circa sono state svolte a Firenze, 111.000 nell’empolese, seguite poi da 92mila nel Valdarno. «I dati, anche se parziali, - conclude Calvani - ci permettono di evidenziare sì un aspetto quantitativo, ma attraverso la presentazione di buone pratiche avremo la possibilità di iniziare anche una valutazione qualitativa, analizzando i punti di forza e di criticità e questo consentirà di procedere in un processo innovativo e migliorativo nella costruzione di rapporti di collaborazione».