Un aiuto nella non autosufficienza. Le proposte dello Spi Cgil Firenze

Intervista a Fulvio Tanini segretario del sindacato dei pensionati

Fulvio Tanini segretario dello Spi CGIL Firenze

Fulvio Tanini segretario dello Spi CGIL Firenze

Regole certe per la presa in carico nelle strutture sociosanitarie, più finanziamenti e integrazione efficiente tra sociale e sanitario. È quanto chiede che venga fatto in tema di non autosufficienza, a livello nazionale, lo Spi CGIL, il sindacato dei pensionati italiani. «La non autosufficienza in Toscana coinvolge 80mila persone oltre i 65 anni. A Firenze sono 23 mila e di questi 16mila sono seguiti dai servizi sociali – spiega Fulvio Tanini segretario dello Spi CGIL Firenze -. Una vera emergenza locale e nazionale che è destinata a peggiorare, visto l’andamento demografico del nostro Paese: nel 2017 gli ultrasessantacinquenni erano il 23% della popolazione; nel 2020 saranno il 27%».

Un tema che necessita di risposte a livello nazionale. «È indispensabile una legge nazionale che punti in primo luogo a stabilire criteri omogenei sul riconoscimento dell’autosufficienza con i relativi servizi necessari. E poi che sia in grado di mettere insieme le risorse. Oggi abbiamo una legge che stabilisce un Fondo per la non autosufficienza pari, fino al 2019, a 570 milioni, aumentato di altri 50 con l’ultima Finanziaria. Ma la spesa complessiva nazionale è di 25-28 miliardi di euro. Convogliare tutto in una stessa legge permetterebbe di utilizzare meglio le risorse».

Le alternative, per chi perde la propria autonomia sono sempre le stesse. «In Italia, e in Toscana, quando una persona diventa non autosufficiente le alternative sono la presa in carico da parte della famiglia, il trasferimento in Rsa o l’assistenza con badante. È necessario trovare soluzioni alternative: le badanti stanno diminuendo e la retta di una casa di riposo si aggira sui 120€ al giorno ovvero 3600 euro al mese. Una spesa importante per una famiglia. Crediamo che la cosa migliore sia rafforzare servizi che permettano di continuare a rimanere nella propria abitazione, attraverso un’integrazione efficiente tra sfera sociale e sanitaria».

Non mancano le proposte sul tema dell’abitare e in fatto di soluzioni innovative. «Crediamo, provando a mutuare esperienze Nord Europa che sarebbe opportuno pensare a un’edilizia adatta a questi nuclei familiari – aggiunge Tanini -. Con la Regione Toscana abbiamo ideato il progetto con “A casa in buona compagnia” pronto per la sperimentazione, che si propone di fornire assistenza agli anziani utilizzando nuove tecnologie, per consentire loro di restare il più possibile vicino al proprio ambiente. Sempre con la Regione stiamo lavorando per l’abbattimento delle liste d’attesa e sul tema delle cure intermedie, prevedendo la necessità di intensificare il ‘dopo ospedale’. Quindi – conclude – l’impegno è su più fronti con l’obbiettivo di migliorare la qualità della vita e noi vorremmo essere parte attiva di questo percorso ».