#segniparticolari “Servizi in zona” racconta le storie del Centro Il Faro

La Nazione Solidale

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Un evento per chiudere in bellezza un progetto dedicato a storie e percorsi di vita diversabili. Domani, domenica 31 marzo, il ristorante “Il Ponte” di Scandicci (piazza Piave), ospiterà il pranzo “di chiusura” del progetto “#segniparticolari”, promosso dall’associazione Servizi In Zona per i ragazzi del Centro diurno Il Faro di Scandicci con la collaborazione dello street artist Miles Eri. Un modo per rivivere il percorso fatto grazie al progetto che ancora per qualche giorno vede Servizi In Zona pubblicare sul proprio portale web (www.serviziinzona.it) le storie dei ragazzi del Centro.

Obbiettivo dell’associazione fiorentina, che punta a favorire la ricerca di professionalità specialistiche, strutture pubbliche e private per tutti i cittadini, è stato dare massima diffusione alle storie dei ragazzi del Faro. Guidati da Miles Eri, i ragazzi hanno avuto anche la possibilità di illustrare graficamente le loro storie, concludendo il loro percorso con la realizzazione di un murales corale. Proprio le opere dei ragazzi saranno protagoniste dell’appuntamento di domani (ore 12.30, costo di partecipazione 15 euro). Partecipare all’iniziativa, alla quale prenderà parte anche il sindaco di Scandicci Sandro Fallani, servirà anche a sostenere la campagna di raccolta fondi per l’acquisto di un’auto attrezzata per il trasporto di ragazzi disabili che il Centro intende mettere a disposizione dei suoi ospiti.

«Il nostro obbiettivo è tracciare il ritratto di questi ragazzi – spiegano Laura Izzi e Giacomo Torresi, presidente e vicepresidente di Servizi in Zona -. Ognuno di loro ha una storia che inizia con delle domande, dei desideri, delle aspirazioni. E che attraverso l’esperienza si confronta con ostacoli, per inciampare, cadere, rialzarsi. Una storia che attraverso il lavoro, la socialità e l’incontro con gli altri accompagna un percorso che non sempre e non necessariamente arriva a una destinazione prestabilita ma che attraverso il viaggio ha già regalato il suo traguardo. Queste storie potrebbero parlare indistintamente di ciascuno di noi. Sono storie di una tale dimensione umana, universale, in cui l’elemento della diversabilità si ridimensiona a poco più che dettaglio. Un segno particolare appunto. Noi crediamo che inclusività significhi anche questo. Ricordarci che non c’è un noi e un loro. Bensì specchiarci l’uno nell’esperienza dell’altro, per scoprire quanto siamo vicini».

Informazioni e prenotazioni: 055.2579565