Lotta alla ludopatia, arriva il logo No slot

Logo No Slot

Logo No Slot

“Quando la vita è un gioco è in gioco la vita”. È questo il claim che accompagna il logo No slot approvato dalla giunta regionale nei giorni scorsi, su proposta dell’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi. Il logo, lo schermo di una slot machine su cui scorrono le lettere che formano la scritta No slot, potrà essere esposto in evidenza da esercizi e circoli, bar e luoghi di ricreazione che scelgono di non installare
le macchinette
popolarmente definite
“mangiasoldi”, cioè
apparecchi e congegni
per il gioco, lecito, con
vincite in denaro. La Regione realizzerà
anche, sul proprio sito
web, uno specifico
portale per gestire
le richieste di questo
marchio identificativo.


«Per contrastare il gioco d’azzardo patologico, in Toscana abbiamo messo in atto tante iniziative – ha detto l’assessore Stefania Saccardi -, a partire dalla legge regionale del 2013, che contiene una serie di misure per il gioco consapevole e per la prevenzione della ludopatia. Purtroppo il fenomeno del gioco d’azzardo coinvolge un numero sempre crescente di persone di tutte le età, che si lasciano tentare da questa passione fino a farla diventare una vera patologia. Abbiamo fatto azioni di informazione, prevenzione, formazione, ricerca, monitoraggio, molte rivolte ai giovani. A luglio di quest’anno abbiamo varato il Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo, finanziandolo con oltre 3 milioni. Ora mettiamo a disposizione di tutti gli esercizi che lo vorranno il logo No slot, e invitiamo gli esercenti a richiederlo ed esporlo ben in vista all’ingresso dei loro locali”.


Un successivo atto regionale regolamenterà i modi di utilizzo del logo e gli impegni assunti dai titolari di circoli ed esercizi pubblici: saranno poi i Comuni a verificare che circoli ed esercizi utilizzatori del logo rispettino gli impegni presi. Se in un locale No slot saranno trovati apparecchi con vincita in denaro, il Comune dovrà rimuovere la vetrofanìa e comunicare il fatto alla Regione, che cancellerà il locale dall’elenco.