Caffè e Atelier Alzheimer, l’impegno della Regione

L’assessore Stefania Saccardi parla degli interventi a sostegno di malati e famiglie

Stefania Saccardi

Stefania Saccardi

Sono sempre più numerosi, anche a causa del progressivo aumento della speranza di vita. I malati di demenza, nelle sue varie forme, sono in Toscana circa 87mila (dati Ars), di cui 47mila con forme lievi, 28mila con una patologia ‘moderata’ e 12mila gravi. La Regione Toscana è impegnata da anni sul tema, in particolare con l’assessorato al diritto alla Salute guidato da Stefania Saccardi. Assessore, su cosa lavora la Regione in questi casi?

«Particolare attenzione viene data agli interventi cosiddetti “non farmacologici” o “psicosociali”. Si tratta di azioni importanti almeno quanto le cure erogate dal servizio sanitario perché permettono di migliorare la qualità della vita del paziente ma anche della sua famiglia».

Quali sono?

«Spaziano da quelli di area psicologica, come il sostegno al caregiver, counselling, a quelli riabilitativi, fino all’organizzazione di particolari servizi come i Caffè o gli Atelier Alzheimer. A tal fine, con la delibera di giunta 224 del 6 marzo 2018 è stato approvato l’avviso pubblico che invita a presentare progetti per azioni innovative e sperimentali a integrazione dei percorsi assistenziali per la demenza».

Cosa offrono Caffè e Atelier Alzheimer e quanti sono sul territorio?

«Con il Caffè Alzheimer ci si propone di creare un’occasione concreta per affiancare la famiglia di una persona con Alzheimer in un percorso di rottura dell’isolamento sociale. Le famiglie, invitate agli incontri del Caffè insieme al malato, sono accolte in un ambiente informale e de-istituzionalizzato da operatori esperti nella relazione con il malato e operatori esperti nell’ascolto dei familiari. L'Atelier Alzheimer ha il duplice scopo di offrire all’utente l’opportunità di svolgere una attività “riabilitativa”, che rallenti la perdita delle funzioni correlata alla progressione della malattia per garantire la miglior qualità di vita possibile e al contempo di trasferire al Caregiver (il familiare o il/la badante che si occupa di assistere il malato) le competenze necessarie a continuare nell’ambiente familiare il lavoro di cura proposto nel laboratorio. Attualmente sono attive 29 esperienze sul territorio toscano: 19 Caffè e 10 Atelier Alzheimer».

Ci sono altri aiuti per le famiglie?

«È stato pubblicato un avviso per il “Sostegno alle famiglie per l’accesso ai servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell’autonomia” che intercetta 5 milioni di euro per il sostegno domiciliare alle persone con demenza e che è finanziato con le risorse del Por Fse 2014-2020».

Come funziona?

«La persona riceve un piano individualizzato che può prevedere la combinazione di diverse tipologie di prestazioni, con un pacchetto di interventi il cui ammontare può variare da un minimo di 3mila a un massimo di 4mila euro, erogabili attraverso buoni servizio e formalizzati in un piano di spesa. Le prestazioni previste potranno essere servizi domiciliari professionali (assistenza di base, fisioterapia, stimolazione neurocognitiva, supporto psicologico e molto altro a domicilio), ma anche relative alla partecipazione a centri diurni, Caffè Alzheimer e Atelier Alzheimer o ancora musei dedicati alle persone con demenza».

E per la formazione professionale degli operatori coinvolti?

«Stiamo strutturando un percorso formativo interprofessionale per offrire gli strumenti conoscitivi più idonei. Un corso in tutte le 26 zone distretto partirà a breve. Infine, ricordo che per meglio orientare malati, familiari e professionisti, è stata progettata e pubblicata una pagina dedicata sul sito web istituzionale della Regione».