Aiuto alla crescita, soluzione di problemi concreti, ma anche un modo per non far sentire sole comunità sotto attacco, emarginate, in difficoltà. È una logica che ha sempre guidato il Progetto Agata Smeralda che, molte volte, si è mosso per sollecitare anche questo tipo di solidarietà. Impegnato ogni giorno nel sostegno a progetti di sviluppo nelle favelas della Bahia, in Brasile, per assicurare vitto e istruzione a decine di migliaia di bambini, per dare servizi sanitari degni di questo nome a villaggi in Africa dove fame e miseria uccidono ancora tante creature, ma anche concreta- mente solidale a fianco di chi è perseguitato. Lo ha fatto in Siria, per la Comunità cristiana di Aleppo che, martoriata da anni di guerra e minacciata dall’estremismo islamico, tante volte si è domandata perché l’Occidente stesse a guardare, anzi, voltasse lo sguardo altrove; lo ha fatto per le donne yazide, anch’esse violate dall’Isis.
Per questo all’indomani dei terribili attentati avvenuti nel giorno di Pasqua contro i cristiani nello Sri Lanka - trecento vittime - subito il Presidente del Progetto Agata Smeralda Mauro Barsi ha lanciato un appello: «È terribile constatare quanto l’odio riesca ad ottenebrare le menti – ha detto - portando frutti avvelenati, incapaci del più elementare rispetto verso la vita umana e verso ciò che le persone hanno di più caro. Sono stati trucidati bambini e persone innocenti, colpendo al cuore persone riunitesi per celebrare il giorno più importante, il rinnovarsi della Pasqua di Risurrezione, con l’intento atroce di macchiare di sangue e di morte coloro che stavano cantando un inno di speranza alla Vita che vince».
E ha proseguito: «Vogliamo essere vicini con l’aiuto concreto ai fratelli nella fede dello Sri Lanka, ai cristiani sotto attacco in tante parti del mondo, ai cristiani perseguitati, ai cristiani martiri. Recentemente i cristiani di Aleppo ce lo facevano notare: al di là delle tante privazioni fisiche e delle sofferenze causate dalla guerra in Siria, il dolore più grande è quello di sentirsi soli, abbandonati e avvertire il disinteresse e la lontananza dei nostri fratelli di fede in Occidente. Per questo, con la preghiera e con le nostre piccole forze, abbiamo fatto di tutto per far
sentire loro una reale presenza, attraverso l’aiuto e il sostegno ai bambini e alle famiglie più bisognose. Così vogliamo fare anche per la Comunità cristiana dello Sri Lanka».
L’appello è stato accolto da tante persone. Infatti è stato possibile inviare al Padre Provinciale dei Gesuiti dello Sri Lanka la somma di 20mila euro per essere destinata alle famiglie colpite dagli attentati e alle chiese distrutte dalle bombe. «È un piccolo contributo, un segno per far sentire a quella comunità il nostro conforto ed il nostro affetto - dice il presidente del Progetto Agata Smeralda - affinché continuino a credere che l’amore è più forte della morte e di ogni tipo di violenza». Nella lettera di ringraziamento al Progetto Agata Smeralda Padre Dexter sj scrive: «È bello constatare questa sensibilità e solidarietà verso i nostri fratelli nella fede che soffrono per Cristo. Ringrazio di cuore anche a nome di coloro che stanno già beneficiando di questo aiuto».