Vichinghi e geometri Quei duelli decisivi

L’islandese Hermannsson dovrà fermare l’attaccante danese Gytkjaer. Sfida a velocità supersonica sulla fascia fra Birindelli e Carlos Augusto

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Dagli scontri che rievocano le battaglie sui mari ghiacciati del Nord, alla sfida ad alta velocità mai così attinente vista la vicinanza dello storico autodromo dove corre la Formula Uno, passando per i colpi di genio e le geometrie lineari di chi disegna la manovra nel cuore dello schieramento. La partita di questa sera sul terreno dello "U Power Stadium" non è soltanto un concentrato di passione che dagli spalti inonderà il rettangolo verde: sarà anche un mix di qualità fisiche, doti tecniche e abilità tattiche.

I VICHINGHI

Il paragone è tanto scontato quanto vicino alla realtà: nell’area di rigore nerazzurra e sulla trequarti difensiva dello Sporting Club incroceranno gli scarpini Hjortur Hermannsson e Christian Gytkjaer. Da una parte il roccioso difensore islandese che mister D’Angelo è riuscito a recuperare dalla fastidiosa tendinite al piede destro, dall’altra l’ariete danese che in questa stagione ha trovato le chiavi giuste per recitare un ruolo da protagonista nel calcio italiano. Hermannsson è stato uno dei protagonisti della perfetta fase difensiva nella sfida di ritorno con il Benevento. Gytkjaer invece ha indirizzato verso Monza la doppia sfida contro il Brescia: all’andata ha confezionato la doppietta che è valsa la vittoria, nel ritorno ha fornito l’assist vincente per il pareggio di Mancuso.

ALTA VELOCITÀ

La corsia laterale del campo sarà il terreno del duello più intenso della serata: quello che corre sul binario i cui capolinea sono Samuele Birindelli (nella foto) e Carlos Augusto. Il bimbo diventato grande sabato scorso ha indossato la fascia di capitano e si è caricato sulle spalle la squadra e la tifoseria, divorando il campo nell’azione che si è conclusa con la rete di Benali. Nel primo atto di 15 anni fa era insieme alla sua gente a spingere i nerazzurri verso la Serie B. Adesso si gioca il sogno della A nel ruolo di protagonista nel secondo atto contro il Monza. Il terzino mancino brasiliano, invece, dopo troppi balbettii nel corso della stagione regolare si è scrollato di dosso le incertezze e nella sfida con il Brescia è stato uno degli artefici della doppia vittoria.

ESTRO E GEOMETRIE

È il vero direttore d’orchestra della formazione di Luca D’Angelo: mai troppo appariscente, ma sempre decisivo nella scelta del ritmo da imprimere alla manovra e delle posizioni da assumere in campo. Adam Nagy con il piglio del leader silenzioso si è preso le chiavi del gioco nerazzurro. Su di lui pesa la diffida, al pari del rivale che con il proprio bagaglio tecnico e l’imprevedibilità di alcune linee di passaggio "invisibili" agli avversari ha seminato il panico contro il Brescia: José Machin.

QUASI COMPAGNI

Nell’area monzese il duello principale sarà interpretato da George Puscas e Luca Caldirola. Traiettorie simili per il romeno classe ’96 e il centrale 31enne. Entrambi sono cresciuti nell’Inter: Caldirola debuttò nel 2011, Puscas nel 2014. Tutti e due si sono affermati in B con il Benevento e adesso vanno a caccia della promozione in Serie A.

M.A.