Palio di Siena, il cappotto della Lupa apre un nuovo corso

Preziosa e Scompiglio cambiano la storia

Il giubilo della Lupa

Il giubilo della Lupa

Siena, 17 agosto 2016 - FOLCO ci riuscì nel 1933: cappotto nella Tartuca condotto da Ganascia. Preziosa Penelope l’ha eguagliato 83 anni dopo complice la simbiosi perfetta con Scompiglio. Si assomigliano questi due: fieri e guerrieri entrambi, la cavallina e il fantino pistoiese.

Orgogliosi (tanto) eppure generosi. Proprio come il popolo della Lupa che entra nell’olimpo del Palio ritrovando quell’unità e quella compattezza che pagano. Sempre. E’ come se in Vallerozzi si fosse accesa una luce nuova negli ultimi mesi. Tensioni, conflitti, spaccature apparentemente insanabili e che ancora fanno male hanno trovato un collante miracoloso. Si chiama Gabriele Gragnoli, questo «Attak» bianco-arancio-nero. Il capitano-priore che con quella flemma (solo apparente) e in testa chiaro in mente ciò che serve alla Contrada, ha fatto rotta verso un solo lido. Quello della compattezza. Hanno creduto in lui e nei suoi vicari-mangini – Marco Giannini e Luca Petrangeli – hanno provato ad imboccare una strada nuova che sembrava definitivamente persa. Non avrà vinto nulla nella sua vita, Gragnoli. Neppure un salamino al palio dei barberi. Ma la fortuna lo ha ripagato in un colpo solo, regalandogli non solo una bella famiglia, che è il suo porto sicuro, ma tanti fratelli e sorelle. Anziani e giovanissimi, donne e uomini.

La grande famiglia della Lupa che con il suo afflato è riuscita a sospingere il gruppo dirigente dove nessuno, fino al 29 giugno scorso, avrebbe pensato. Alzi la mano chi non ha espresso perplessità quando alle corse in provincia e nelle prime riunioni di preparazione al Palio si presentavano i tre dirigenti lupaioli che ricoprivano la doppia veste. Ora tutti si levano il cappello di fronte all’impresa, epica, che sono riusciti a compiere. Entrando nella leggenda insieme a Preziosa Penelope e a Scompiglio in due calde sere d’estate. Una cavalla e un fantino che sono diventati tutt’uno, così come le varie anime della Contrada.

Un Palio del cuore, quello che ha rotto il digiuno dopo 27 anni, un Palio di testa e ragionato il secondo che regala alla Lupa un 2016 scritto a lettere d’oro 231 anni dopo l’ultimo cappotto: 1785. Grazie ad una vittoria voluta, cercata, desiderata. Evocata mandando chi attende due gemelli (Antonio Manganelli) a prendere il cavallo assegnato dalla sorte. Preziosa, appunto. Come la vittoria che, forse, cambierà la storia paliesca dei prossimi anni. Perché se la cavallina del cappotto sarà ritenuta manifestamente superiore e diventerà (magari) fattrice, Brio e Tittia dovranno fare i conti con Scompiglio. Eccome.

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