La storica ‘Via Vandelli’ ritrovata Telecamere su presente e passato

Un anno speciale per il percorso che collega il palazzo ducale di Modena a quello di Massa realizzato nel 1739

La storica ‘Via Vandelli’ ritrovata  Telecamere su presente e passato

La storica ‘Via Vandelli’ ritrovata Telecamere su presente e passato

E’ un anno speciale per la via Vandelli che si sta conquistando un posto di primo piano a livello nazionale, nonostante manchi ancora un riconoscimento ufficiale di ‘cammino’ da parte della Regione Toscana. Dopo aver ottenuto il quarto posto nella campagna ‘I luoghi del cuore’ del Fai, la centenaria strada estense è pronta a sbarcare sul grande e piccolo schermo. Prima di tutto è iniziato un importante Docufilm, lungo circa un’ora, che sarà realizzato dall’Associazione di promozione sociale ‘Carta Bianca’, con il sostegno congiunto di Fondazione Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e che ha già la partnership del Comune di Massa.

Il documentario si intitolerà ‘La via è una’ e sarà realizzato da Giulio Ferrari, fisico teorico autore del libro dedicato alla via Vandelli che tanto ha fatto e sta facendo su mille fronti per riportare alla luce la strada, farla conoscere, amare e recuperare in ogni tratto che collega Modena a Massa, assieme a Giulio Filippo Giunti. Ma nei giorni scorsi il tratto più scenografico della Vandelli, che va da San Pellegrino in Alpe a Massa, ha ospitato per una settimana la troupe del programma Rai ‘Sentieri – La Strada Giusta’ con Lino Zani, Margherita Granbassi e Giulia domani su Raiuno e Rai Italia.

La leggendaria strada del Ducato Estense è la protagonista, con la sua storia e la sua bellezza, del documentario con la troupe Rai che per la prima volta arriva alla finestra Vandelli e al rifugio Nello Conti del Cai ai Campaniletti, a 1.442 metri di altezza per rifocillarsi poi con i prelibati tordelli massesi. Sul posto i rappresentanti del Cai di Massa, Paolo Marcello Simi, Gustavo Damiani, Vittorio De Simone, Gianluca Riccardi, Massimiliano Ceragioli, Luca Damiani, Rossana Balderi e l’autore della guida sulla Vandelli, Giulio Ferrari. Il suggestivo ponte della Villetta, l’incontro con i bikers, i ragazzi di un gruppo folclorico locale, il piccolo ponte sul ruscello, il bivacco con in cavalli: da Poggio ad Isola di Roccalberti, con il nostro esperto di montagna, un interessante focus sulla fruizione e percorribilità della Via Vandelli.

Poi di nuovo su Massa la tappa al Pian della Fioba fino a Cava Valsora per scoprire il “tritone del marmo”, ammirare il fascino dell’orto botanico Pellegrini-Ansaldi, istituito nel 1966 per la salvaguardia della flora endemica delle Alpi Apuane, con la guida di Andrea Ribolini socio Cai e presidente di Aquilegia. Luoghi che sono stati tappa delle riprese sia per la panoramicità sia per le peculiarità, a partire dall’orto botanico montano. Cava Valsora, invece, racconta la storia di salvaguardia grazie alla quale oggi il sito può essere fruito dai visitatori. Entrambi saranno raccontati dalla conduttrice Giulia Capocchi.

A Resceto, lungo uno dei tratti più spettacolari della Via Vandelli, con un gruppo di volontari del Cai Massa Sezione Elso Biagi, il minuzioso e paziente lavoro di restauro dei muretti a secco con Sauro Quadrelli, referente della sentieristica Cai di Massa, e i soci Fabrizio Bertoneri, Antonella Bertozzi, Stefania Quadrella, Claudio Neri, Paolo Soldani, Carla Boldrini. Per poi arrivare nel cuore di Massa, in piazza Aranci, condividere le ultime emozioni. Una ribalta nazionale per una strada che la merita per la storia e la bellezza: voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno, è stata realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli era la più avveniristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca. Collega il Palazzo ducale di Modena e il Palazzo ducale di Sassuolo con il Palazzo ducale Cybo-Malaspina di Massa toccando anche il Palazzo ducale di Pavullo nel Frignano e la Rocca ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana.

Francesco Scolaro