La seconda parte del prossimo anno riporterà le statistiche in positivo
In Toscana i distretti e i poli tecnologici rappresentano da soli il 53% dell’export complessivo, confermandosi centrali nell’economia della Regione. Con un valore di 15,3 miliardi di euro e una crescita dell’8% (a giugno 2023, rispetto al primo semestre 2022), devono comunque fare i conti con un rallentamento della domanda internazionale a partire dal secondo trimestre di quest’anno. Questi i dati che emergono dall’analisi della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo illustrata a Firenze, alla presenza di Maurizio Bigazzi, presidente Confindustria Toscana, e Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria della stessa Intesa Sanpaolo. «Non ci sono avvisaglie di un contesto recessivo – ha detto Nocentini, presentando il Monitor dei Distretti della Toscana -, ma di un rallentamento forte che probabilmente porterà a chiudere l’anno con un +5% invece di un +8%. Questo ci lascia ben sperare per il 2024. Soprattutto nella seconda parte del prossimo anno crediamo che ci siano tutti i presupposti per una ripresa economica e quindi un’accelerazione non solo di tutti i settori legati all’export, ma in generale del sistema economico regionale». Andando ad analizzare i singoli settori, il sistema legato alla moda si conferma il più rilevante per valore di esportazioni (8,3 miliardi di euro di vendite all’estero), anche se con un calo rispetto al 2022 legato principalmente a pelletteria e calzature di Firenze (-7,4%, pari a 261,8 milioni di export) e al distretto dell’abbigliamento di Empoli (-4,4%, -58,6 milioni). Va detto però che il dato è influenzato dallo spostamento di alcuni hub logistici dalla Svizzera al Nord Italia che fa formalmente calare la voce esportazioni.