Così si festeggia in Europa: l’incontro di fede e folclore

Usanze / Nella penisola iberica c’è La Cabalgata de Los Reyes Magos

 Le torte contengono spesso un grazioso portafortuna, come in Usa e in Francia

Le torte contengono spesso un grazioso portafortuna, come in Usa e in Francia

L’Epifania si festeggia anche fuori dai confini italici. In Spagna, per esempio, è una festività molto sentita. A Barcellona, Siviglia e Madrid, ma anche nei piccoli centri, si svolge La Cabalgata de Los Reyes Magos, con i magi che distribuiscono dolcetti e caramelle. La coloratissima sfilata di carri, simile a quella del Carnevale, porta un pizzico di follia un po’ dappertutto. Una curiosità: nella penisola iberica sono i Magi e non Babbo Natale a portare i doni ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Agli astronomi venuti dall’oriente è dedicata anche una torta, il Roscon de Reyes, una ciambella ripiena di panna montata o crema e decorata con frutta candita o caramellata. In Gran Bretagna la notte dell’Epifania si chiama Dodicesima Notte, ed è il momento in cui si tolgono gli addobbi in occasione della fine del periodo natalizio. Si chiama così dall’omonimo titolo della celebre commedia di Shakespeare e si tratta di una notte molto speciale, durante la quale gli spiriti escono a fare scherzi e accadono meraviglie e prodigi. Questa festa riprende i Saturnali romani, che si celebravano in occasione del solstizio d’inverno ed erano giorni molto simili al nostro Carnevale. Durante i Saturnali, infatti, le comuni regole sociali erano completamente rivoluzionate. Stessa cosa accadeva nell’Inghilterra elisabettiana, con danze, maschere, gioco d’azzardo e travestimenti. Un lungo viaggio Biscotti e acqua per i Re Magi e per i loro "accompagnatori" La sera del 5 gennaio, anche i bambini spagnoli lasciano per i Re Magi un bicchiere d’acqua per abbeverare il loro cammello, alcuni biscotti, oppure qualche altra cosa da mangiare ed una scarpa, simbolo del lunghissimo cammino fino alla grotta della Natività. In Russia la Befana si chiama "Babuschka", e, assieme a Padre Gelo (considerate le temperature invernali), visita le case offrendo doni ai più piccoli. Anche all’estero, insomma, protagonisti sono i dolci, in forma di torta oppure biscotti, anche perché, durante la stagione invernale, è importante assumere un maggior numero di calorie contro il freddo. Per la gioia dei più piccini, e, perché no, anche dei più grandicelli. D’altronde, lo sappiamo, il dolce rappresenta anche una forma di autogratificazione. Dal Natale Ortodosso ai riti dei bimbi in America latina Russia / Si festeggia il 19 gennaio: ci si bagna in laghi e fiumi prima benedetti dal sacerdote In Germania, in occasione dell’Epifania (festeggiata solo in tre stati federali), il 6 gennaio preti e chierichetti bussano di porta in porta per raccogliere offerte e intonano come ringraziamento canti religiosi. In Ungheria, i bambini, vestiti da re Magi, vanno di casa in casa con un presepe e in cambio ricevono qualche soldo. Il 6 gennaio in Russia si festeggia il Natale Ortodosso, quindi l’Epifania, o Kreshenie, slitta al giorno 19. La notte del 18 gennaio i russi si immergono in acque ghiacciate. Nelle Chiese vengono allestite delle vasche, ma ci si bagna anche nei fiumi e nei laghi, benedetti da un sacerdote, per ricordare il Battesimo di Gesù. Anche a Praga si festeggia questa ricorrenza con la nuotata dei Tre Re nella Moldava, festeggiamento simile a quello della Grecia, altro Paese ortodosso, dove è protagonista l’acqua, che viene benedetta per ricordare, esattamente come in Russia, il battesimo di Gesù. Il 6 gennaio in Irlanda è denominato "il Natale delle donne": mentre gli uomini si occupano delle faccende domestiche, il gentil sesso esce a festeggiare con amiche, sorelle, madri e zie. La Svizzera si gusta il Dreikonigskuchen, un pan brioche che viene presentato in tavola con una coroncina, in omaggio ai Re Magi. In molti Paesi dell’America Latina i bambini preparano uno spuntino per i cammelli. È tradizione, infatti, lasciare fuori dalla porta acqua e fieno. Così, gli animali che portano in groppa i Re Magi possono ristorarsi. Dai dolci tipici alle antiche tradizioni che ricordano il Battesimo di Gesù A New Orleans / Chi mangia la fetta con il Bambinello avrà tanta fortuna e prospetità... Dalla dodicesima notte inglese, al tredicesimo giorno. Questo il nome della festa dell’Epifania in Islanda. Perché ricorre il numero tredici? Semplice: perché sono tredici gli elfi, o Jólasveinar, figli di Grýla, la strega del Natale che, dal 12 dicembre, ogni notte scendono uno a uno dalla montagna per fare scherzi e regalare dei dolci ai bambini. Durante i giorni tra Natale e l’Epifania, uno per volta, fanno ritorno a casa. Si celebra con una fiaccolata con elfi, fate e Babbo Natale. In Francia, invece, l’Epifania si riassume nella degustazione di un dolce, la "Galette des Rois", una pasta sfoglia guarnita con crema frangipane, o in pasta brioche guarnita con frutta candita. Secondo la tradizione contadina francese, all’interno della "Galette" viene inserita una fava: colui o colei che riesce a trovarla è considerato il re o la regina della festa. Dall’Europa agli Stati Uniti: gli abitanti di New Orleans si dilettano a preparare la King Cake di New Orleans, una torta dai colori vivaci (per la precisione, viola, verde e giallo) con cannella e noci pecan. Chi mangia la fetta che contiene il Bambin Gesù avrà fortuna e prosperità per tutto il nuovo anno. In Etiopia, invece, la festa è legata al mistero dell’Arca dell’Alleanza: si chiama Timkat ed è l’Epifania copta. In questo Paese africano si ricorda il battesimo di Gesù nel Giordano con una notte di preghiere, canti e penitenza. La città sacra di Axum è in festa, così come quella di Lalibela, dove si può rivivere il Cristianesimo più arcaico tra chiese rupestri e rovine. In Romania il giorno della Befana somiglia un po’ ad Halloween: i bambini bussano casa per casa raccontando storie e chiedendo qualche soldino oppure qualche caramella. In Messico, infine, è obbligatorio mangiare un dolce tipico, la Rosca de Reyes, altrimenti si incorre nelle ire di una strega cattiva, che, naturalmente, non è la nostra Befana.