Neri, dal ballottaggio alle dimissioni. "Questa è una sfida al sindaco"

Neri spiega perché lascia il consiglio: "Momenti di gravità assoluta"

Eugenio Neri

Eugenio Neri

Siena, 24 dicembre 2015 - Detto fatto, si è dimesso. "Se non lo fa Valentini, lo faccio io": Eugenio Neri ha mantenuto la parola, rinunciando al proprio posto in consiglio comunale. Ieri mattina il capogruppo di Siena Rinasce – ed ex candidato a sindaco che sfidò Valentini al ballottaggio perdendo per una manciata di voti – ha consegnato nelle mani del presidente del consiglio comunale, Mario Ronchi, le carte della sua decisione "irrevocabile".

"Una sfida, un ultimatum politico al sindaco" l’ha definita ieri nel corso della conferenza indetta per spiegare i perché di una "scelta dolorosa".

Neri parte dal presente per arrivare a due anni fa. "Dopo trent’anni l’opposizione è riuscita ad andare al ballottaggio ricevendo un consenso inappuntabile e forte – parole ribadite anche in una lettera ai consiglieri - a me l’onore e il privilegio di presentarmi alla sfida elettorale del 2013, con la città che mi ha premiato regalandomi la concreta disponibilità di guidarla. Lo sconforto è tanto: Siena, la mia Siena, per la quale non mi sono mai risparmiato e mai mi risparmierò, una comunità di uomini e donne fieri, sta vivendo uno dei momenti più tristi della sua storia, quando avrebbe potuto rinascere, con il suo sindaco infangato da imbarazzanti vicende giudiziarie".

"Stiamo parlando di qualcosa di una gravità assoluta – ha proseguito Neri – inaudita, dopo quanto abbiamo già vissuto. Per questo le mie dimissioni vogliono essere non una sfida morale, non mi arrogo il diritto, ma un atto politico forte, se vogliamo disperato. Un atto individuale, perché è giusto che lo sia. Gli altri consiglieri dell’opposizione hanno capito perfettamente. Che Valentini tenga conto che il maggior rappresentante dell’opposizione ha fatto un passo indietro: ho messo sul piatto la forza del consenso, è il massimo che si possa fare, non il minimo. No, con il sindaco non ho parlato, con lui è impossibile avere un dialogo, io non lo capisco".

Non si sa ancora chi sarà a sostituire Neri in consiglio. Sono rari i casi in cui si dimette un consigliere eletto come candidato a sindaco e per di più appoggiato da più liste. Per conoscere il suo successore si dovrà ricorrere a complessi calcoli che tengano conti della divisione dei seggi, dei resti e, ovviamente, delle preferenze. Stando a quest’ultime i possibili nomi sono due: Maria Isabella Becchi e Alessandro Manganelli, con quest’ultimo a quanto sembra favorito, come confermato dallo stesso Neri: "Al mio posto ci sarà un un tartuchino...", si è limitato a commentare. L’ufficialità, a questo punto, non prima del nuovo anno.

Lui però non lascerà la politica. "Non ho mai detto che l’avrei fatto – ha sorriso - continuerò come sempre. In cosa ho sbagliato? Prima di tutto ho perso. Poi ammetto di avere un carattere non facile e forse mi è mancata un po’ di esperienza: c’è chi è nato nelle sedi di partito, chi ha studiato il sistema linfatico, ma non è lo stesso metodo".

"Sul futuro dell’opposizione dico una cosa – ha chiuso Neri -: se si disgrega ora vuol dire che qualcosa non va e allora meglio che certi processi abbiano un’accelerata per una nuova rinascita. Un nuovo partito? E’ un’operazione che richiede diversi passaggi, prima va ricucita la città. E se deve essere che sia dei cittadini. Gente brava e intelligente a Siena ce ne è, va trovata una formula per cui un politico lavori per la comunità".

Angela Gorellini