Siena, 18 giugno 2013 - "Sindaco ma stasera la rivediamo al Palazzetto?" Allarga le braccia e accenna il sorriso: "Vedrai! Anche se qui ci sarebbe tanto da fare. In una settimana ho ricevuto 45 inviti e invece c’è un Comune del tutto impanne di cui occuparsi. Non avete idea in che condizioni siamo!Le casse sono vuote, abbiamo vissuto al di sopra dei mezzi. Ho però trovato la volontà dei dipendenti e una città che ha enormi potenzialità non sfruttate".

Un faccia a faccia con Bruno Valentini dopo una settimana da sindaco.

Come ha trovato il Comune?
"Esce da una fase durissima di un commissariamento che non si è distinto per operatività. E’ tutto impantanato. Ma i problemi sono a monte: sono quelli di una struttura basata su risorse che non ci sono più e invece la struttura va vanti".

Immagino questo sia stato al centro dei suoi primi incontri, con i dipedenti comunali?
"Non li ho ancora visti tutti, ma mi hanno stupito per la volontà e l’attaccamento. Però c’è una totale mancanza di punti di riferimento".

Insomma, ha trovato più di una sorpresa?
"Ci sono 9 asili, sei comunali e 3 convenzionati, per cui non era stato ancora indetto il bando. I tre convenzionati erano a rischio: ci sono 18 dipendenti e circa 110 bambini. Allora ho dovuto chiedere a Siena Parcheggi di deviare il dividendo 2012 sul socio unico Comune e con questo abbiamo indetto le gare. Questo Comune è immobile da due anni".

E quindi occorrerà ancora qualche sacrificio, pare.
"C’erano 9 dirigenti in Comune, sette sono saltati. Sono rimasti i due a ruolo (Benedetti e Fontani) e il segretario comunale (Fedeli). Poi sono state dimezzate le ‘posizioni operative’ scese da 40 a circa 20".

Il bilancio previsionale sarà rinviato a dopo estate?
"Il bilancio non possiamo farlo prima di sapere con certezza le entrate dell’Imu e di conoscere la relazione dell’ispettore ministeriale. Questo ha già manifestato perplessità sulla costituzione del fondo per l’accessorio. E proprio questa è una delle certezze su cui lavorare: a breve incontrerò i sindacati e vedremo come dare garanzie all’impegno, già in vista del Palio".

Venendo ai prossimi passi, a quando giunta e consiglio?
"La giunta fra mercoledì e giovedì. Il consiglio penso sarà il 27 giugno".

Qualche nome ce lo fa, al di là della Pallai al turismo e Tafani allo sport?
"Ho qui la lista, ma non è ufficiale. Intanto domani sveleremo il capo di gabinetto che sarà una figura interna (forse Paola D’Orsi, dipendente comunale dell’ufficio tecnico). Per il presidente del consiglio spero di trovare una convergenza politica (qui il riferimento è a Marzucchi, senonché l’ex candidato sindaco, non entrato in maggioranza, da statuto non sarebbe eleggibile). Per il bilancio penso ad una persona che sappia cercare soldi. All’urbanistica andrà un urbanista. Infine la cultura la terrò per me, almeno finchè non avremo depositato la candidatura alla Capitale europea 2019".

Nel frattempo è esplosa la situazione Mps: il sindaco di Siena può dare indicazione di voto al presidente della Fondazione?
"Ha il dovere di darla. E se Mancini non la recepisse si assumerebbe una grande responsabilità. Ma occhio, il sindaco non parla alla Banca ma alla Fondazione, anzi è il consiglio che darà indicazione a Palazzo Sansedoni. Per questo, come da richiesta, faremo una seduta straordinaria prima che la Deputazione dia mandato di voto. Nel frattempo mi stupisce la posizione di Bezzini: la Provincia ora per la prima volta ha deciso che può avere una posizione distinta dal Comune".

Ma il sindaco di Siena ha intenzione di incontrare il presidente della Fondazione?
"Lo farò domani. E’ chiaro che la Fondazione per effetto dell’indebitamento dovrà scendere. Allora sarà fondamentale scegliere i propri soci: e questo Banca e Fondazione dovranno farlo insieme. Alla Fondazione intanto dico che mi stupisce che siano stati così pronti sugli statuti e non sulla propria azione di risarcimento, che devono alla città. Dicono di essere stati ingannati con operazioni non chiare e allora reagiscano. Su Mps ho poi chiesto un incontro con il premier Letta, per chiarire che noi non siamo i provincialotti che guardano agli utili per sistemare i costumi del Palio. Guardiamo alla Banca per il sistema economico dell’intero territorio".

Cosa accadrà il 18 luglio prossimo?
"Città e Banca non possono permettersi contrapposizioni. Qualcuno mi ha disegnato come nemico di Profumo: certo io lo rispetto per la grande esperienza ma non condivido tutto quello che ha fatto. Ho visto questo management attento ai costi ma meno ai ricavi".

 

di Paola Tomassoni