Picchia con un bastone la moglie incinta, il figlio di tre anni difende la mamma

L'uomo, lucchese, è stato arrestato

Carabinieri

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Colle Val d'Elsa (Siena), 8 luglio 2016 - Ennesima storia di violenza in famiglia. Vittima della furia del compagno è una donna incinta all'ottavo mese di gravidanza, già mamma di un bimbo di tre anni. Il piccolo, testimone del gravissimo episodio di violenza, ha addirittura tentato di difendere la madre quando ha visto che il padre, R.F.G. lucchese classe 1985 da anni residente a Colle Val d'Elsa, si è armato di bastone per picchiarla. E' stata una vicina di casa che dopo aver sentito, per l'ennesima volta, le urla della donna, ha chiamato il 112.

Ieri all'arrivo dei carabinieri la scena era delle più desolanti: suppellettili rotti, cibo riverso a terra, un bambino di tre anni in lacrime attaccato alle gambe della madre che, dolorante, cercava di consolarlo, mentre il marito è in camera da letto. Gli uomini dell’Arma hanno subito prestato soccorso alla donna incinta che riportava chiari segni di violenza sul corpo ed hanno condotto fuori dall’abitazione anche il bambino di tre anni, mentre sul posto venivano fatti convergere altri militari della stazione di Colle di val d’Elsa.

La vittima è stata portata all'ospedale per le cure del caso ed è stata dimessa solo in tarda serata e solo dopo che i medici hanno verificato ed escluso qualsiasi rischio per lei ed il feto.

Gli accertamenti condotti intanto dai militari dell’Arma hanno permesso di comprendere che l’uomo, operaio con numerosissimi episodi di violenza familiare sulle spalle, all’arrivo dei carabinieri, aveva cercato di occultare il bastone usato per picchiare la compagna, in camera da letto, tra il materasso e la rete. I militari hanno sentito decine di vicini della coppia, i quali hanno riferito che da tempo la donna veniva picchiata quasi quotidianamente e che quotidianamente, dall’appartamento dei due, provenivano urla e richieste di aiuto.

R.F.G. è stato quindi arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ed è stato condotto nel carcere di Siena. La donna ha riportato varie lesioni e nessun danno al bambino che porta in grembo. Il figlio di tre anni, in stato di shock, è stato affidato alle cure della madre e i servizi sociali sono stati attivati dai carabinieri, al fine di verificare se fosse necessario avviare un percorso di sostegno psicologico.

Già in passato i carabinieri erano stati costretti a intervenire nell’abitazione della coppia senza però poter procedere contro l’uomo, la donna si era sempre rifiutata di formalizzare denuncia, negando di essere mai stata picchiata. Nel pomeriggio di ieri, invece, la giovane ha raccontato una storia diversa, una storia fatta di violenze, umiliazioni e percosse. Una storia caratterizzata da un “amore malato” che le aveva impedito di denunciare l’uomo che amava. Solo quando la donna ha compreso che quell’uomo avrebbe potuto causare un aborto e quindi la perdita del figlio, ha deciso di porre fine al suo incubo.

E' stata una vicina di casa, impietosita per le strazianti urla della donna a chiamare il 112 richiedendo l’intervento dei Carabinieri. Se i militari non fossero stati chiamati, forse, la storia avrebbe potuto avere un più triste e tragico epilogo. Ancora una volta i Carabinieri invitano a denunciare tutte le forma di violenza che si verificano in casa ed invitano a non vergognarsi di chiedere aiuto.