
L'area dell'azienda del Brunello interessata dal rogo, probabilmente doloso
Montalcino (Siena), 13 giugno 2023 – «Due eventi catastrofici, prima l’incendio forse di origine dolosa e poi la grandinata. Ci hanno messo davvero a dura prova», confessa Giacomo Bindi. Titolare dell’azienda «Il Cocco», di proprietà della sua famiglia fin dal 1700. Produce Brunello (ma non solo) e dal 1972 è anche agriturismo, dal 2000 azienda bio. Ha subito danni particolarmente ingenti che hanno indotto Bindi a lanciare una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe che ha già raggiunto quota 7200 euro. «Spero di poter ringraziare ad una ad una tutte le persone che vogliono sostenere me e la mia famiglia in questo momento», scrive. Tutto inizia la sera del 24 aprile scorso. Poco dopo le 20, la tettoia con travi in legno che si trova sul retro del complesso immerso nella campagna comincia a bruciare. «Abbiamo allertato i vigili del fuoco che sono stati rapidissimi ad arrivare, intanto noi usavamo gli estintori disponibili per fermare l’incendio che però aveva già coinvolto l’intera struttura dove erano presenti 35 ospiti», ancora su GoFundMe. Presumibilmente doloso, ha distrutto la tettoia in legno dietro la cantina «dove – spiega – erano stoccati sei nuovi serbatoi in acciaio contenenti i vini (1400 ettolitri del nostro spumante e circa 700 litri di Cabernet) , l’erogatore dell’acqua, l’impianto di climatizzazione, l’idropulitrice e altre piccole cose che usavamo per lavorare. Un danno che si aggira sui 100mila euro, per me è molto essendo una delle aziende più piccole della zona del Brunello». Poi qualche giorno fa la grandinata, prosegue Bindi, che ha interessato una quindicina di imprese agricole e reso inutilizzabile un ettaro della mia vigna. Di solito – spiega il produttore – non chiedo aiuto ma in questo caso devo essere onesto con me stesso e ammettere che due eventi catastrofici nell’arco di un mese sono un duro colpo per la mia attività». Bindi ringrazia il Consorzio del Brunello che si è mosso inviando una mail a tutti i soci per sensibilizzarli. «Ho ricevuto grandissima solidarietà, nel brutto di questa vicenda è stata una cosa bellissima. C’è chi mi ha detto che non può sostenermi economicamente ma è pronto a dare una mano, sebbene non si possa per le regole imposte sul lavoro. Altri si sono offerti di fornirmi l’idropulitrice o macchinari. Con i dipendenti ho un rapporto splendido - conclude Bindi che molti anni fa stava a Siena ed era nel Siena club Tuning –, tutti hanno fatto quadrato intorno all’azienda in questa fase delicata. Abbiamo bisogno di aiuto».