Monte dei Paschi, un balzo in Borsa per i rating di Moody’s

I giudizi positivi dell’agenzia fanno guadagnare al titolo il 19,7%. Un buon auspicio per le strategie di primavera

La sede della direzione generale di Banca Mps in viale Mazzini

La sede della direzione generale di Banca Mps in viale Mazzini

Siena, 11 gennaio 2020 - L’effetto benefico non si è fatto attendere, è stato immediato. Come anticipato da La Nazione, la promozione di Moody’s ha fatto spiccare un balzo al titolo di Banca Mps in Borsa. Che ha chiuso la giornata con un rialzo del 19,7%, toccando quota 1,72 euro.

Una cifra che non vedeva da tempo e che rappresenta un buon auspicio per il Governo. Non solo per i suoi conti, ma anche perché il supplemento di tempo ottenuto dalla Commissione Europea per presentare il piano di uscita dal capitale del Monte dei Paschi, trova nuovo ossigeno dal rating di Moody’s e dà più forza al management attuale, in vista dell’appuntamento della prossima assemblea di bilancio. Che sarà accompagnata dalle liste per il rinnovo del consiglio d’amministraz ione della banca.

Mettere fine alla "protratta incertezza sulla strategia della banca in futuro" non può che fare bene, ricorda Moody’s nella sua pagella. L’agenzia di rating non è preoccupata dalla svalutazione per 1,2 miliardi di euro delle attività fiscali differite, che manderà in rosso il bilancio 2019: essendo gli assett fiscali già detratti dal capitale regolamentare la loro riduzione non intacca la capacità di assorbire future eventuali perdite.

Inutile aspettarsi reazioni, non ci sono mai in questi casi. Anche se il 2020 sembra cominciato bene per Rocca Salimbeni, tra rinvii concessi dall’Europa e voti positivi da oltre Oceano. Mps incassa la promozione di Moody’s, che migliora le prospettive sul rating da negativo a positivo.

Il rialzo del giudizio Bca, spiega Moody’s, riflette i "progressi significativi" realizzati dall’istituto guidato da Marco Morelli nella pulizia del bilancio dai crediti deteriorati, il cui rapporto rispetto al totale dei crediti è sceso in un anno dal 18% al 12,5%, grazie alla vendita di 3,8 miliardi di npl.

Si tratta di un valore ancora "molto più alto" dell’8% della media del sistema bancario italiano ma "è significativamente migliorato" ed è inferiore, con "due anni di anticipo", al 12,9% concordato con la Commissione Ue nel piano di ristrutturazione. Moody’s riconosce a Mps anche di aver "riavviato l’accesso al mercato della raccolta istituzionale" grazie all’emissione di 300 milioni di bond subordinati, di 1,25 miliardi di bond non garantiti e di 2 miliardi di covered bond.