Monte dei Paschi, verso chiusura di 50 filiali. I sindacati: "Che senso ha?"

L’avvio del l’intervento di razionalizzazione della rete da parte di Rocca Salimbeni, con 70 dipendenti da ’liberare’ dagli sportelli provoca la minaccia di ricorsi per ’condotta antisindacale’

Braccio di ferro tra sindacati e Banca Mps

Braccio di ferro tra sindacati e Banca Mps

Siena, 17 settembre 2021 - Oggi i sindacati del Monte dei Paschi inizieranno il ciclo delle assemblee per la preparazione dello sciopero del 24 settembre, con le riunioni della rete commerciale. Il 22 toccherà alla direzione generale di Siena. Erano iniziative rivolte contro il Governo e il Ministero dell’Economia principale azionista della banca, impegnato nella trattativa con UniCredit per definire il famigerato perimetro di attività Mps da acquisire.

Ma ora quelle assemblee potrebbero avere un altro bersaglio: i vertici di Rocca Salimbeni. Perché quell’estemporaneo intervento di razionalizzazione della rete, lanciato dagli amministratori di Banca Mps mentre è ancora in corso la due diligence dei manager di UniCredit, Mediocredito Centrale e Amco, ha provocato la diffida dei sindacati Mps di andare avanti sui tagli, minacciando il ricorso all’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori e ravvisando gli estremi della condotta anti sindacale.

Cosa ha fatto infuriare i sindaca ti? La lettera firmata dalla Banca che avvia la procedura sindaca le per "interventi di razionalizzazione sulla rete delle filiali Mps". In ossequio ai dettami del piano di ristrutturazione 2017-2021, Rocca Salimbeni vuole chiudere 50 filiali per ’liberare’ 70 dipendenti, da riutilizzare nella rete commerciale su un totale di 843 bancari coinvolti.

La lista delle chiusure comprende 8 filiali in Toscana (in provincia solo lo sportello nell’ospedale di Campostaggia), una in Umbria, a Terni, con Lombardia e Lazio che hanno i numeri maggiori. L’inizio della procedura sta a significare che entro 60 giorni quegli sportelli potrebbero chiudere a prescindere dai sindacati. Con i quali, però, la Banca dichiara di essere pronta ad incontrarsi.

La reazione è in un comunicato congiunto, di tutti i coordinamenti aziendali del Monte dei Paschi che già dal titolo fa capire che sarà battaglia: ’Che senso ha?’. E in effetti qualche dubbio viene a pensare che i 50 sportelli da chiudere, numero più basso di quello che imporrebbe il piano di ristrutturazione, mentre è ancora in atto la verifica sui conti dei possibili compratori del Monte.

Il preambolo della nota dei sindacati è un richiamo allo stato dell’arte, dove non si cita mai UniCredit. "La trattativa sull’operazione societaria che ci riguarda, sotto la supervisione dell’Europa - scrivono i coordinamenti Mps - si gioca su tavoli esterni tra lo Stato azionista e altri interlocutori, durante una due diligence inspiegabilmente indefinita oltre il termine concordato tra le parti ed in assenza, ad oggi, di una proroga ufficiale comunicata ai mercati. Il Gruppo MPS, in posizione di evidente debolezza, non è chiamato a decidere sulle sue proprie sorti.

Tuttavia, il consiglio di amministrazione (in contraddizione con le recenti rassicurazioni rivolte dalla Presidente ai colleghi) sta ponendo in essere alcune iniziative che reputiamo pregiudizievoli considerata l’incertezza sul futuro e tenuto conto della mobilitazione sindacale in corso che sfocerà nello sciopero proclamato per il prossimo 24 settembre".

Per chi avesse dubbi, ecco l’elenco delle domande-accuse contro la direzione aziendale. "Che senso ha un ’Contratto di Rete’, una sorta di alleanza di MPS con Fruendo e Accenture che distaccherà per 10 anni 270 dipendenti della banca in mansioni di back office da svolgere anche per altri committenti? Ha forse il senso di creare un ’contenitore’ per gestire futuri ulteriori esuberi? Che senso ha anticipare, alla vigilia di una possibile acquisizione, la chiusura di 50 sportelli su tutto il territorio nazionale, con creazione di mobilità territoriale e professionale? È forse un’iniziativa su commissione? Che senso ha, infine, variare il Mercato Corporate modificando modelli di servizio, portafogli di clientela e riporti funzionali e gerarchici? Proprio ora?". La minaccia di azioni contro i comportamenti antisindacali è l’epilogo scontato.