Conosciamo Gsk: un'azienda sempre più green

L’ingegner Francesco Vigni: «Tagliate 52mila tonnellate di CO2»

La sede di Gsk

La sede di Gsk

Siena, 15 giugno 2019 - Lui si definisce un ‘facility manager’. Un termine che ricorda la missione di mister Wolf nel film di Tarantino: «Risolvo problemi». Francesco Vigni, responsabile dell’ufficio tecnico per le facility operation nei due poli Gsk Vaccines di Siena e Rosia, deve studiare le soluzioni migliori per rispettare i target fissati dalla casa madre sui requisiti ambientali e di sostenibilità della produzione.

«Come azienda che fa parte del network mondiale di Gsk - è l’incipit di Vigni - abbiamo degli obiettivi sull’emissione di CO2 che sono molto ambiziosi, e noi dobbiamo rispettarli. Qualsiasi progetto, anche di business puro, deve avere un’attenzione alla riduzione di emissioni e all’impatto ambientale. In due anni abbiamo programmato interventi per 10 milioni di euro, che hanno generato una riduzione del 20 per cento delle emissioni equivalenti».

Sembra un compito facile per un’azienda che produce vaccini

«Sicuramente più facile rispetto a un’azienda siderurgica, ma ugualmente complesso se si pensa che i due poli Gsk hanno un’estensione di 14 ettari a Siena e di 27 complessivi a Rosia, dopo la recente acquisizione di un terreno. Il facility manager deve curare tutto ciò che concerne le proprietà immobiliari dell’azienda, dalle autorizzazioni alle pratiche edilizie, dalle normative antincendio a quelle sulla sicurezza e sul rispetto delle norme sanitarie. Senza contare il capitolo dell’impiantistica. La produzione dei vaccini avviene in laboratori piccoli, la sostenibilità del sito non è semplice».

Quanto costa mantenere due siti come quelli Gsk? «I costi di un sito sono una somma di gestioni. Ma non ha senso parlare di conti economici, che dipendono da dinamiche di mercato. Meglio parlare di consumi di energia. Nei siti di Rosia e Siena si consumano 76.000 Mw all’anno, l’equivalente di una città di dimensioni medie. L’obiettivo è ridurre il più possibile il consumo e le emissioni, adottando buone pratiche e studiando progetti calibrati con la vocazione della ricerca a Siena, e quella di produzione e stoccaggio a Rosia».

Avete centrato gli obiettivi?

«Il dato più significativo è il risparmio di 52.000 tonnellate di emissioni equivalenti a Siena e Rosia, il 20% del totale. Altro dato significativo, oltre 8 GWh di risparmio energetico medio annuo». Quali soluzioni avete scelto per ridurre i consumi? «Qualsiasi nuovo progetto o variante strutturale deve comprendere il capitolo del risparmio energetico. È accaduto anche per il nuovo edificio dedicato al controllo qualità inaugurato di recente, improntato sulla filosofia del risparmio. Inoltre vengono elaborati progetti ad hoc che hanno come obiettivo primario la riduzione dei consumi».

Si può entrare nel concreto?

«Una bella fetta dei 10 milioni di euro è stata investita per progettare impianti fotovoltaici e aumentare l’indipendenza energetica dell’azienda. Ci sono diversi impianti, il più grande è sul tetto di un fabbricato a Rosia. Un bel risparmio viene dall’impianto di recupero delle acque piovane e di scarico, che vengono riutilizzate nel ciclo produttivo. Poi avremo due cogeneratori a gas naturale, che produrranno energia elettrica, vapore e acqua refrigerata. I due impianti porteranno a una riduzione del 15% delle emissioni di Co2».

Ci sono anche progetti che riguardano i dipendenti?

«Si parte dall’illuminazione a led in tutti e due i siti, al programma di bici elettriche e navette aziendali. Abbiamo acquistato 12 nuove bici, mettendole a disposizione dei dipendenti gratuitamente, con colonnette di ricarica in tutti i parcheggi. Le navette tra Siena e Rosia hanno consentito una riduzione dell’uso di 250 auto al giorno. Mentre il car pooling, il posto auto riservato per i dipendenti che si muovono assieme, ha generato un ulteriore taglio di 140 auto. A luglio completeremo anche un camminamento pedonale a uso pubblico, in via Milanesi, a Siena. È un tratto di Francigena, può essere usato da chi vuol venire al lavoro a piedi. Anche la ristrutturazione di Villa Gori, un immobile del ’600 che oggi ospita uffici di rappresentanza e direzionali, è un esempio della filosofia Gsk sull’ambiente di lavoro».