Siena, 27 marzo 2010 - Tavoli, sedie, cucina, per poi passare ai locali: uno dopo l’altro, venduti alle aste giuduziarie. Così, con sempre meno strumenti per lavorare, ha dovuto chiudere qualche tempo fa uno dei ristoranti della provincia, famoso nel Chianti per le sue ricette di pesce. Soffiano venti di crisi pure nel mondo delle nostre aste giudiziarie e, dice Curzio Mazzi ai vertici dell’Associazione nazionale istituti vendite giudiziarie, direttore titolare degli istituti vendite giudiziarie per i Tribunali di Siena, Arezzo e Montepulciano, «non solo per la quantità di beni e di aziende che finiscono in offerta alle aste, ma anche perché si abbassa la qualità della domanda da parte del pubblico».

 

Anche nel mondo delle vendite e delle aste giudiziarie, è il gatto che si morde la coda. Famiglie ed imprese sono a corto di liquidità e girano meno soldi: i prezzi d’asta scendono al ribasso e aumentano i problemi per chi deve avere denaro e monetizzare certi beni. Nel 1986, quando Curzio Mazzi si accomodò per la prima volta nella poltrona di direttore di area del Ivg aretino-senese, le aggiudicazioni , escluso gli immobili, erano circa 4 miliardi delle vecchie lire totalizzando gli importi nelle due province. Ora, spiega, «siamo passati a circa 1,5 milioni di euro: più transazioni, cioè più beni pignorati e venduti, ma a prezzo di realizzo più basso. Molti lotti pignorati non hanno o hanno poco mercato, malgrado i nostri sforzi pubblicitari e di larga informazione».

 

E tutto questo nonostante che cresca fortemente l’interesse per le offerte giudiziarie: centinaia le persone e le aziende che ogni mese si presentano in sala o chiamano l’Ivg per cercare qualcosa. A Curzio Mazzi deve essere riconosciuto il merito di aver aperto con internet al grande pubblico il mondo delle aste e vendite giudiziarie, di mobili ed immobili: è una enorme finestra, trasparente,di raccolta dati ed informazioni dei Tribunali, a disposizione di chiunque cerchi l’occasione.

 

«Siamo stati i primi in Italia, con i colleghi di Reggio Emilia, dice Mazzi, ad aver iniziato la pubblicità telematica delle vendite giudiziarie, presentando ogni bene con una propria scheda e foto a colori; ed i primi in assoluto in Italia ad avviare la vendita on line dei beni all’asta, mobili ed immobili, grazie a due portali specializzati (astemobili.it e benimobili.it), dove tutto, compreso il denaro, gira telematicamente. L’ultima live action ha avuto oltre 300 persone, in sala qualche migliaio di computer e cellulari collegati». Oramai in Italia siamo a 80 milioni di accessi al mese per l’home page nazionale (astagiudiziaria.com), di cui un terzo arrivano dal resto del mondo; nel 2009, sono state circa 12 milioni le pagine scaricate ogni mese con le offerte delle varie regioni e in Europa. Dalla villa in Costa Smeralda all’appartamento a Cortina, dalla Ferrari ad una catena di produzione di tegole o un allevamento di cavalli o auto d’epoca, si può trovare di tutto. Anche il sito senese (siena.astagiudiziaria.com) è appetibile: con quello di Montepulciano ed Arezzo, si contano vari milioni di accessi al mese.

 

Le aste giudiziarie sono un banco di prova delle difficoltà dell’economia. Sono aumentati nella nostra area i fallimenti annuali delle ditte, aggiunge Curzio Mazzi: «mediamente del 10 per cento rispetto allo scorso anno; all’asta finiscono beni mobiliari e immobiliari dell’azienda anche se oggi, con la pratica del leasing, le aziende sono sempre di più scatole vuote». I lavoratori, continua il direttore generale Ivg, «non si possono rivalere direttamente sui beni del fallimento come, del resto, accade per ogni debito insoluto. Semmai prima del fallimento, i creditori possono bloccare i crediti del debitore pendenti presso terzi».

Poi, dobbiamo mettere in conto circa 800 esecuzioni mobiliari ogni anno: di tutto e di più, auto, come una nuova e fiammante piccola Smart, televisori, macchinari; poi gli oggetti più strani: pellicce, gioielli, anche una decina di auto confiscate per guida in stato di ebrezza. La lista nella nostra provincia va avanti con circa 300 aste immobiliari ogni anno.

 

E’ bene fare chiarezza, va avanti Curzio Mazzi: «distiguendo fra pignoramenti, cioè ferite gravi di aziende e persone fisiche che sopportano perdite di alcuni beni, dal fallimento: è la morte totale dell’impresa. Gli Ivg, sebbene nella denominazione figura istituzionalmente la parola vendite, hanno come prima funzione quella di essere un utile deterrente per estinguere i debiti, evitando la vendita all’asta dei beni del debitore o del contribuiente moroso. In effetti, il 50 per cento dei beni riesce ad essere recuperato dai proprietari: pagano il debito a stralcio oppure contrattano la rateizzazione con il creditore». E’ successo nei mesi scorsi ad un castello del XV secolo, oltre 2000 metri quadrati, nel sud della provincia senese, vocato a struttura ricettiva di alto livello. Finito sul portale delle aste nella lista dei beni offerti in vendita giudiziaria ad un prezzo base di 3,5 milioni di euro: il recupero della posizione finanziaria è valso al proprietario la cancellazione di questa bella dimora dalla lista dei beni ad alto rischio.