Il Chianti non vuole entrare in zona rossa

Nonostante gli alti indici del contagio, i sindaci di Gaiole e Radda resistono

Tamponi a Gaiole in Chianti (Lazzeroni)

Tamponi a Gaiole in Chianti (Lazzeroni)

Chianti, 14 marzo 2021 - Per il momento rimangono di colore arancione. Gaiole e Radda in Chianti erano sotto osservazione a causa dell’alto indice di contagi; ma il fatto che - a fronte di pochi abitanti - le persone che hanno contratto il virus siano in numero contenuto, ha consigliato di non alzare il livello delle restrizioni. Vuol dire che le scuole rimangono aperte, con frequenza in presenza. Sono le elementari e le medie.

L’indice si era attestato a 756 a Gaiole e 395 a Radda. Hanno giocato a favore il tipo di territorio e la densità, e soprattutto il fatto che a Gaiole nessun contagio si è sviluppato nelle scuole. E neppure a Radda. "Segno che - ha spiegato il sindaco di Gaiole Michele Pescini - le misure di prevenzione stanno funzionando. Abbiamo una popolazione scolastica di 255 alunni, tanti per un piccolo comune. Non ci sono stati contagi a scuola".

Continuo il contatto, anche nella giornata di ieri, tra i due Comuni e la Regione: "Ho parlato con il presidente Eugenio Giani - ha proseguito Pescini - e ho fatto presente che un conto è fare un discorso d’area, un conto guardare le realtà d’ogni singolo, piccolo Comune come i nostri. Al momento abbiamo ritenuto opportuno confermare la zona arancione, per cui le nostre scuole rimarranno aperte sino alla terza media. Noi nei nostri territori non abbiamo istituti superiori".

A Radda la Protezione Civile è in contatto con la Regione e ovviamente con il sindaco Pier Paolo Mugnaini. Dalla Protezione Civile si apprende che anche Radda rimane - sperando che la situazione non precipiti - arancione. Da entrambi i Comuni si fa altresì capire che le cose possono cambiare in presenza di più marcate criticità ma non era questa la fattispecie a ieri sera. Nella primavera 2020, in piena prima ondata nazionale, Gaiole aveva contagi zero e si era proposta come prototipo dell’allora ‘Fase 2’. Pescini aveva scritto lettere al governatore Enrico Rossi e al premier Conte. Anche Radda e Castellina avevano poco sofferto il primo Covid. Invece, lo scorso autunno, Radda dovette fronteggiare il focolaio nella sua Rsa per anziani.  

Andrea Ciappi