Terrore sul volo Londra-Pisa. "Sembrava di stare in un film"

Il racconto di uno studente senese che era sull'aereo dove un uomo ha tentato di aprire il portellone

La polizia a bordo del velivolo (Foto tratta da Facebook)

La polizia a bordo del velivolo (Foto tratta da Facebook)

Siena, 26 aprile 2019 - «‘Mamma non puoi capire cosa è successo. Sembrava un film’. Le prime parole di mio figlio, appena rientrato a casa dopo quanto accaduto sul volo Londra-Pisa. Non sapevo nulla, mi ha informato mentre stavo tornando a casa in bus», racconta S.P., la madre del 15enne, studente del liceo scientifico ‘Galilei’ di Siena. Che si trovava con il padre sull’aereo dove è avvenuto il clamoroso episodio, di ritorno da una breve vacanza nella capitale inglese. Una brutta avventura trovarsi sul volo in cui un uomo di poco più di 30 anni, anche lui senese doc come il liceale, ha avuto un attacco di panico. Voleva scendere, non intendeva più restare a bordo. Per questo si è alzato per tentare di aprire il portellone, venendo bloccato. Come in un film, ha ragione l’adolescente che racconta quanto accaduto perché, come sottolinea la madre, è un modo «per esorcizzare gli avvenimenti dando ad essi una connotazione positiva visto che è andata a finire bene». Nessun terrorista, questo il primo pensiero a caldo. Veniva spontaneo.

Nessun dirottatore, anche se C.G., padre del ragazzo, non nasconde che è stato il suo primo pensiero. La polizia ha fugato ogni dubbio. Una persona perbene, poco più di 30 anni, nessun precedente penale. Non aveva bevuto. Dunque soltanto il terrore di volare che, evidentemente, lo ha preso all’improvviso. Incontrollabile. Al punto da dirigersi verso il portellone dell’aereo. Chi ha scorto il suo volto, mentre gli agenti ci parlavano una volta a terra, ha notato tutta l’amarezza. Era mortificato. Profondamente. Non voleva fare del male a nessuno ma il panico l’ha sopraffatto. Non è arrivata la denuncia nei suoi confronti. Anche il comandante, d’intesa con la compagnia, non ha sporto querela. Il caso è chiaro, non c’è necessità di approfondimenti.

Tanti anche ieri i commenti sui social a Siena. Tutti a chiedersi di che Contrada fosse e perché mai, se aveva timore di volare, non avesse preso un farmaco per il male d’aereo e simili. Insomma, non c’era bisogno di arrivare a tanto. «Magari in altri tempi questo episodio non sarebbe stato neppure degno di nota, invece adesso è salito alla ribalta della cronaca per via della situazione internazionale», aggiunge il padre dell’adolescente. «Alla fine è stata una sciocchezza ed il personale di bordo ha gestito bene la situazione, c’erano dei medici che parlavano con l’uomo, sorridevano», conclude C.G.

«Londra gli è piaciuta tantissimo, vuole tornarci. Mio figlio contunuerà a viaggiare perché episodi come questo non devono far cambiare le nostre abitudini», sottolinea ancora la madre. Ed F.G. annuisce. L’emozione è stata forte, lo spavento anche. Quanto accaduto certo non lo dimenticherà mai. Ma ora vuole solo pensare al lieto fine.

La.Valde.