Coronavirus. "Visite convertite in telefonate: meno rischi"

Il professor Fagiolini delle Scotte invita ad alleggerire lo stress di questi giorni mantenendo ugualmente i contatti: mail e videochiamate

Il professor Fagiolini

Il professor Fagiolini

Siena, 18 marzo 2020 - «Cercare di mantenere i contatti. Non fisici, naturalmente. Telefonate, mail, video chiamate. Aiuta a scaricare la tensione, allora le persone si difendono meglio. E non pensano 24 ore su 24 al virus sentendosi impotenti". Parole sante quelle del professor Andrea Fagiolini, direttore del Dipartimento di salute mentale e della psichiatria delle Scotte. Perché in questi giorni di restrizioni c’è chi prende il telecomando per telefonare, tanto è sballato. Oppure chi se ne infischia (sbagliando) delle precauzioni e prova a fare come se il coronavirus non esistesse.  

Professore, le persone cominciano ad andare in crisi. Lo dimostrano i controlli delle forze dell’ordine: oltre ai furbetti, c’è chi prende un’ora d’aria anche a costo della denuncia. "Siamo in una fase nella quale è difficile distinguere fra paura legittima e utile, che aiuta a prendere le giuste precauzioni, e l’ansia. Che si verifica quando appunto la prima è eccessiva. Ingiustificata. Per cui non serve ad accentuare le misure protettive e la persona, per così dire, si arrende. Viene sopraffatta. Alza bandiera bianca e corre un pericolo".  

Come si evita quest’ultimo scenario? "La cosa migliore sono informazioni il più corrette possibile. I media fanno un lavoro eccellente, ma il problema è quando non si ha la possibilità di confrontarsi con l’altro. Di condividere speranze, di sdrammatizzare senza per questo abbassare le difese. Parlare, lo ripeto, è indispensabile. Nel caso di terremoti, inondazioni, la comunità si unisce e i legami vengono rinforzati. Adesso manca il contatto fisico, per tale ragione bisogna comunicare nelle forme che sono possibili".  

Aiutano le nuove tecnologie, ma gli anziani non sono esperti. "C’è il telefono. Devono chiamare amici e parenti. I vicini di casa. Anche passarci l’intera giornata".  

Consigli se la situazione peggiorerà? "Sempre gli stessi: condividere le paure".  

Ha rilevato necessità particolari in questa prima settimana? "Tante visite sono state convertite per evitare rischi in telefonate. Non sarà la stessa cosa ma restano utili per limitare l’accesso dei familiari in ospedale e quindi ridurre eventuali problemi per altre persone".  

Chi soffre di più della situazione? "Quanti hanno tratti ossessivi, la necessità di controllare tutto. Diventano ipersensibili. Invece di difendersi si distruggono la vita pensando a una serie di catastrofi che non è detto arrivino".

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