Il silenzio e quei lividi da curare con la voce. "Vinciamo questa battaglia con i giovani"

Storie, testimonianze e numeri all’Accademia Chigiana per la campagna antiviolenza della Polizia. Il questore Milone agli studenti: "Quando sentiamo parlare di violenza di genere, la cifra importante è quella del nostro impegno"

Il questore Pietro Milone ha partecipato alla tappa della campagna di sensibilizzazione

Il questore Pietro Milone ha partecipato alla tappa della campagna di sensibilizzazione

Siena, 25 novembre 2022 - Storie, testimonianze, numeri. È passata attraverso tanti racconti la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che a Siena ha visto la Polizia di Stato impegnata nella campagna di sensibilizzazione intitolata ‘Questo non è amore’, culminata nel convegno che si è svolto all’Accademia Chigiana. Moderati dal responsabile della Nazione di Siena, Pino Di Blasio, sono intervenuti il questore Pietro Milone, il direttore del Servizio centrale anticrimine del Dipartimento della Ps Giuseppe Linares, il procuratore Nicola Marini, la responsabile del Codice Rosa, Vittoria Doretti, la professoressa Anna Coluccia e la vice presidente dell’associazione Donna Chiama Donna Rossana Salluce.

All’evento hanno partecipato gli studenti del Piccolomini, del Galilei, del Caselli e del Marconi, con letture e video in cui hanno offerto il loro prezioso punto di vista. Nel corso dell’evento anche il soprano Cristina Ferri ha presentato un intenso video realizzato insieme a Franco Zappalà, sostenuto dall’associazione Centro Storico Città di Siena. Il questore ha poi invitato a salire sul palco Daniele Clarelli, il giovane che a Poggibonsi ha salvato una ragazza dall’aggressione del suo ex, che si stava consumando per strada, facendola salire sulla sua auto e accompagnandola alla polizia per sporgere denuncia.

È stato infatti uno degli argomenti più toccati nel corso dei vari interventi proprio la difficoltà a far emergere gli episodi di violenze a causa di atteggiamenti prima di tutto culturali. Le cose stanno cambiando, come ha spiegato proprio Doretti, le donne hanno sempre più fiducia nei confronti di esperienze come il codice rosa e questo ha reso più efficace quella rete di associazioni e istituzioni che rappresenta la prima linea di questa battaglia. "Quando ci siamo accorti che le denunce erano una piccola percentuale delle violenze subite – ha raccontato il medico – abbiamo messo insieme una squadra di 40 medici e infermieri, affiancati dalla procura e dalla polizia giudiziaria e così è nato il codice rosa. Abbiamo vissuto quello che accadeva cercando di capire cosa potevamo fare. E i numeri, poi, sono iniziati a venire fuori". Agli studenti presenti si è rivolto da subito Di Blasio: "Ogni giornata contro qualcosa rischia sempre di essere uno spot. Dobbiamo fare in modo che qualcosa resti e in questo il vostro contributo è fondamentale". Dopo i saluti del direttore amministrativo della Chigiana Angelo Armiento, del sindaco di Siena, Luigi De Mossi e del vice prefetto Immacolata Amalfitano, a prendere la parola è stato il questore Milone: "Abbiamo bisogno dei giovani perché dobbiamo costruire insieme a loro una cultura diversa. Quando sentiamo parlare di episodi di violenza di genere, la cifra davvero importante è quella del nostro impegno. Di quello che ci mettiamo noi come istituzioni e i giovani come futuro della società".

Nel corso degli interventi i relatori hanno parlato di prevenzione, attraverso anche i programmi di riabilitazione pensati per chi maltratta, e di repressione, attraverso le indagini che scattano quando una donna trova il coraggio di denunciare. "Questa forma di violenza spesso non si vede – ha detto Linares – perché si consuma tra le mura domestiche. È una violenza non solo fisica, ma anche psicologica, rivolta contro una donna in quanto donna". "Un fenomeno trasversale e sfuggente – ha detto Marini – che con il web ha conosciuto nuove forme sempre più pericolose". Salluce ha sottolineato l’importanza di una "rete composta da vari attori per accompagnare la donna in un percorso di uscita dalla violenza" mentre Coluccia si è soffermata infine sulle truffe online e sulle "nuove forme di crimini che l’industria degli incontri sentimentali ha portato con sé", sfruttando solitudini e speranze delle sue vittime.