Violenta minorenne: condannato "Episodi che non sono ragazzate"

Due anni e due mesi il verdetto emesso dal gup Cornetti nei confronti del 23enne imputato Gli avvocati Bini e Falaguerra: "La cosa più delicata? Stare vicino alle famiglie e alle adolescenti"

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di Laura Valdesi

SIENA

"E’ stato riconosciuto che queste cose non devono succedere. Non sono ragazzate, neppure vanno catalogate come scherzi. Non sono cose che si possono fare. Punto. Era importante che il concetto venisse messo nero su bianco da una sentenza, in modo da capire che non è normale far ubriacare le persone e andarci a letto. Il sesso non è questo". Parole nette ma pacate, quelle dell’avvocato Claudia Bini, da tanti anni in prima linea nella difesa delle donne. Questa volta assisteva una giovanissima. Poteva essere sua figlia, ancora minorenne quando nell’agosto di due anni fa è stata violentata durante una serata in una casa dove l’alcol aveva annullato ogni consapevolezza. Ancora lui. La piaga che segna le nuove generazioni. L’amico subdolo di cui non sanno più fare a meno.

Due anni, due mesi e 20 giorni la condanna (minimo della pena, il pm Daniele Rosa aveva chiesto 2 anni e 8 mesi) del ragazzo che aveva abusato dell’adolescente. Così ha deciso ieri alle 13 il gup Ilaria Cornetti, rimettendo al tribunale civile il risarcimento per la parte patrimoniale, per quella morale saranno liquidati 20mila euro. Il giudice, che ha riconosciuto le attenuanti generiche, ha escluso il concorso di reati con l’altro giovanissimo protagonista di quella serata sfuggita di mano, che ha patteggiato 2 anni a luglio 2019. In quel caso la violenza sarebbe stata su entrambe le amiche.

Fra 90 giorni le motivazioni della sentenza dell’ultimo troncone della vicenda definito ieri senza che in aula fossero presenti imputato e parte offesa. C’è da scommettere che verrà appellata dall’avvocato Luigi De Mossi che difendeva il giovane. E che nelle repliche conclusive di ieri mattina è stato particolarmente efficace.

"L’aspetto più delicato di questo caso? Sicuramente quello umano – spiegano all’unisono l’avvocato Bini e la collega Giuliana Falaguerra che assisteva l’altra adolescente nel procedimento definito un anno fa –, stare vicino alle ragazze e ai loro genitori". "Quello più emozionante è stato invece il fatto che spesso tali processi risultano distruttivi per entrambe le parti. Ma questa volta la condizione per trovare un accordo e patteggiare non è stato il risarcimento, quanto la richiesta del genitore della giovanissima. Ha preteso che l’imputato svolgesse un percorso di giustizia riparativa. Comprendesse ciò che gli è successo nel momento in cui ha pensato che fosse lecito che una serata si concludesse in tal modo. Un momento di rieducazione nel soggetto abusante che è comunque un giovane e deve continuare a rapportarsi. Le condanne che sono arrivate – sottolinea Falaguerra – credo che serviranno a tutti per ripartire".