Più Brunello di Montalcino in vendita. Ora lo spettro chiusure

Il presidente Bindocci: "Aumento delle fascette per le bottiglie prodotte Ma siamo preoccupati per la stagione clou del nostro vino di punta"

Il presidente Fabrizio Bindocci

Il presidente Fabrizio Bindocci

Montalcino (Siena), 31 ottobre 2020 - Un 2020 particolare, senza precedenti e con delle difficoltà impreviste. Vale un po’ per tutti i settori e quello del vino non fa eccezione. Previsioni a lungo termine non è possibile farle, vista la situazione in perenne evoluzione, ma un primo bilancio sì.

Per quanto riguarda il Brunello di Montalcino, il Consorzio vede il bicchiere "mezzo pieno" alla luce delle risposte complessive arrivate dal mercato, dall’enoturismo e dalla vendemmia, tre pilastri con cui è possibile tracciare lo stato dell’arte del vino. Certo, le nuove chiusure a Montalcino come altrove preoccupano anche perché, come ha dichiarato il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci pochi giorni fa a La Nazione, il vino "non si vende solo online ma anche nei ristoranti". A livello generale, "nei primi 9 mesi del 2020 – ha detto Bindocci – abbiamo consegnato il 20% in più di fascette da applicare alle bottiglie pronte alla vendita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una crescita che rischia di essere interrotta dalle nuove chiusure, in Italia e all’estero, proprio nel bimestre clou, che storicamente incide per il 25-30% delle vendite annuali del nostro vino di punta". Sul fronte dell’enoturismo i numeri sono ovviamente in ribasso: il lockdown e le restrizioni negli spostamenti hanno avuto un peso molto rilevante, gli arrivi dai Paesi stranieri sono stati ai minimi storici.

Secondo le elaborazioni del Consorzio su base Comune di Siena, servizio Turismo e Statistica, da maggio ad agosto il calo generale delle presenze dall’estero (che caratterizzano in media i due terzi dei flussi) è stato dell’80%: un dato in parte controbilanciato dalla crescita degli italiani sul periodo (+24%), in particolare grazie al boom di arrivi ‘autoctoni’ nel mese di agosto (+81%) capace di ridurre il gap nel mese più turistico dell’anno a -10%.

Oltre ai numerosi e importanti riconoscimenti delle guide specializzate per il Brunello 2015, buone notizie arrivano dall’ultima vendemmia: meno quantità (tra il 5 ed il 10%) ma qualità importante secondo gli addetti ai lavori. "Una vendemmia tra l’ottimo e l’eccellente che ci fa guardare avanti – conclude Bindocci – Tra 5 anni ci ricorderemo che nel buio generale del 2020 la vendemmia del Brunello è stata un’eccezione". L.S.