La lezione dell’Università per Stranieri: "Abitare il mondo significa volerlo cambiare"

C’erano tutti nell’aul a magna ad applaudire l’ultimo discorso da rettore di Pietro Cataldi e il primo di Tomaso Montanari Dante visto come "immigrato senza documenti", l’inno all’antifascismo, gli interventi del ministro Speranza e di Cecilia Strada

Pietro Cataldi passa la toga a Tomaso Montanari (Foto Lazzeroni)

Pietro Cataldi passa la toga a Tomaso Montanari (Foto Lazzeroni)

Siena, 9 ottobre 2021 - C’erano tutti ieri mattina nell’aula magna dell’Università per Stranieri, alla cerimonia di apertura dell’anno accademico che ha sancito il passaggio di testimone tra Pietro Cataldi e Tomaso Montanari al rettorato. C’erano i sindaci di Poggibonsi, Monteroni e di altri Comuni, con David Bussagli in rappresentanza della Provincia. I rettori delle tre Università toscane, con Francesco Frati e Alessandra Petrucci, rettrice a Firenze, seduti accanto. C’era Alessandra Nardini, assessore regionale all’Università, che ha tenuto il posto per il presidente Eugenio Giani, arrivato mentre c’era la lezione di Cecilia Strada. C’erano il prefetto, il questore, i vertici delle forze dell’ordine, il presidente della Fondazione Mps, della Camera di Commercio, gli ex sindaci di Siena Pierluigi Piccini e Bruno Valentini, l’onorevole Elio Vito, presidenti e segretari di istituzioni culturali e categorie economiche, i gonfaloni della Regione, della Provincia, della città di Siena e del Magistrato delle Contrade. Il ministro per la Salute Roberto Speranza ha voluto mandare un messaggio video di auguri all’Università e al nuovo rettore, nell’aula magna gremita c’era perfino uno splendido bebè di pochi mesi, in braccio alla mamma docente alla Stranieri.

C’erano tutti ieri e hanno applaudito a lungo l’ultimo discorso da rettore di Pietro Cataldi, che si è visibilmente commosso sfilandosi la toga e mettendola sulle spalle di Tomaso Montanari. "Fra le cose che ci uniscono, credo che le più importanti siano oggi la concezione del potere come servizio, e un’idea della Stranieri come mirabile arco che unisce lo spazio definito di questa città tanto identitaria alle quinte sconfinate del mondo; le chiarine di Siena che risuonano oggi forti e chiare nel nostro cuore, e l’orchestra di Piazza Vittorio, il suono del Palio e quello di culture e tradizioni diverse e lontane. Il nostro lavoro è tenerli insieme, così come un confine tiene insieme le cose che finiscono e quelle che iniziano".

Da dantista conclamato, Cataldi ha definito Dante "un immigrato senza documenti, un clandestino in pericolo. Sconfitto, Dante parla da vincitore, come se il suo sguardo bucasse la storia tragica già compiuta e andasse oltre, alla ricerca di una libertà".

C’erano tutti ieri ad ascoltare il primo discorso da rettore di Tomaso Montanari. Che non ha arretrato di un millimetro rispetto alla sua "denuncia della manipolazione politica della storia, della strumentalizzazione politica delle vittime delle Foibe, per la quale ho dovuto subire un linciaggio mediatico. E voi con me: e ve ne domando scusa".

Metà della lezione di Montanari è stata un inno all’antifascismo, partendo dai nomi delle sedi dell’Università per Stranieri: piazza Amendola e piazzale Rosselli. "Siamo una comunità antifascista. Ha un prezzo questo? Sì, lo ha" dice Montanari, leggendo un brano di Carlo Rosselli e annunciando che dedicherà dodici aule ai soli dodici professori universitari che non giurarono fedeltà al fascismo nel 1931. "Siamo profondamente legati all’amatissima città di Siena e alle sue istituzioni, qui oggi fra noi rappresentate dalla Balzana. E desidero inviare il saluto più rispetto e amichevole al sindaco di Siena, che ha scelto di non essere presente fra noi".

C’erano tutti ieri in una cerimonia che, celebrata in un’Università per Stranieri, che dal 1917 insegna l’italiano a cittadini di tutto il mondo, è stata un inno al mondo, all’umanità, alla voglia di trasformazione. "Abitare il mondo significa - ha detto Montanari, attribuendo l’insegnamento agli studenti e alle studentesse dell’ateneo - aver voglia di cambiarlo dalle fondamenta. E la lezione inaugurale che tra poco ascolteremo serve a non lasciare dubbi sulla direzione in cui vogliamo cambiarlo il mondo". Il riferimento è a Cecilia Strada, alla sua lezione da remoto, al racconto di Emergency e del padre Gino e alla storia della nave Resq "che salva non solo i corpi ma anche le leggi. Chi caccia lo straniero, chi lo perseguita, chi lo insulta distrugge la legge e l’unico ordine possibile, quello umano". 

E’ solo l’inizio dei 6 anni da rettore di Tomaso Montanari. Ben vengano le intelligenze, come diceva Guicciardini "no havvi genio sine ibridatione". Dite che mancava qualcuno, ieri? Gli assenti non hanno torto, sono assenti e basta.