Università per Stranieri Lo sgarbo del sindaco

Il Comune non invierà Gonfalone e chiarine all’apertura dell’anno accademico. Un capriccio dopo le parole di Montanari sulle foibe

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Lo sgarbo istituzionale, annunciato da Palazzo Pubblico con una lettera al rettore dell’Università per Stranieri Pietro Cataldi, è ancora peggiore della sedia vuota nell’aula magna dell’ateneo, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. Tre anni fa il sindaco Luigi De Mossi fece un autogol disertando quella cerimonia, domani rischia di commettere una sciocchezza. Il Comune di Siena ha comunicato all’Università per Stranieri che non parteciperà all’inaugurazione dell’anno accademico, che segnerà l’inizio dei sei anni del rettorato di Tomaso Montanari. E non invierà nemmeno il gonfalone e le chiarine, che non sono mai mancate alle cerimonie accademiche; nemmeno quando non c’è andato il sindaco.

Il capriccio è sicuramente legato alla polemica sulle foibe, ’declassate’ dal professor Montanari a "tragedia enfatizzata dalla destra" e per questo diventato bersaglio di un diluvio di critiche. Ma la grammatica istituzionale ha le sue regole inviolabili, il gonfalone e le chiarine sono della città di Siena, non del sindaco pro tempore De Mossi. Non può mandarle solo alle cerimonie di suo gradimento, come suonatori di matrimoni. Le idee sbagliate, come pensiamo siano quelle di Montanari sulle foibe, si contrastano con le idee, non con le sceneggiate. Per ora solo annunciate, perché sia i vertici dell’Università per Stranieri sia alcuni consiglieri comunali, come Bruno Valentini del Pd, sperano che il sindaco ci ripensi "nell’interesse superiore della città. Da un sindaco che ha fatto una bandiera del No al pensiero unico - afferma Valentini - è inaccettabile che non presenzi con il gonfalone alla cerimonia di un’altra istituzione. Nemmeno se lo chiedono Salvini o la Meloni".

I rettori Cataldi e Montanari per ora scelgono la linea del silenzio. "Il bene della città è l’unica cosa da tutelare. Nell’aula magna dell’Università per Stranieri domani ci sarà posto per il Gonfalone, le chiarine e il sindaco. Speriamo non resti vuoto".

Pino Di Blasio