"Una rete di ospedali per combattere il virus"

Giovannini, dg del Policlinico: "Non c’è un modello unico di presidio". D’Urso, dg dell’Asl: "Bisogna fermare la curva dei contagi"

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La maratona on line del Festival della salute - in corso da Siena - ha debuttato parlando di ricerca scientifica, di vaccini e dello stato di salute della società alle prese con il dramma Covid. Fra gli interventi del primo giorno tutti gli attori istituzionali locali. A partire dal policlinico Le Scotte, in prima linea a Siena nella battaglia anti-Covid: "Non esiste un modello di ospedale del futuro, ma dovremo essere in grado di creare una rete di ospedali", ha detto il direttore generale Valter Giovannini. "Per gli interventi di emergenza ed urgenza - ha proseguito -, dovremo garantire assistenza di prossimità. E’ ciò che dovranno fare sempre di più gli ospedali di periferia, i pronto soccorso. Per le problematiche più complesse servono poi centri di alta specializzazione. La pandemia ha rivelato l’insufficienza di un modello organizzativo che avevamo pensato nei nosocomi del passato, oggi serve un modello di intervento multidisciplinare".

E’ Antonio D’Urso, direttore generale dell’Aasl Toscana Sud, a fotografare la situazione attuale: "Il virus ha una diffusione crescente – sostiene il dg –. E’ sbagliato sostenere che la diffusione del virus oggi è simile a quella di marzo scorso. E’ molto peggio. I dati di stamani ci dicono qualcosa di sconvolgente: se da marzo a luglio i casi registrati sono stati 1.400, nei successivi tre mesi sono diventati oltre ottomila. Il tasso di contagio della popolazione nei primi sei mesi era di 2,04 per mille abitanti ad Arezzo, ora è 15,55; dell’1,87 a Grosseto, ora è 6,39 e dell’1,65 a Siena, ora 8,06". D’Urso definisce uno ’tsunami’ quello che sta succedendo. "Nei primi sei mesi venivano fatti mille tamponi al giorno complessivamente: oggi Arezzo ne fa 1.700 al giorno, le Scotte ne effettua 1.200 e Grosseto 1.000. Questa mattina (L?altroieri per chi legge) le persone in quarantena della Sud Est, considerato che per ogni positivo si mettono in isolamento 2,04 persone, sono 10.864 e poi ci sono i ricoverati". "Sono tre i filoni su cui sta lavorando la Regione", dice l’assessore alla sanità Simone Bezzini. "Per primo il piano degli investimenti, con svariati milioni nelle principali strutture e presidi della rete toscana. Poi la prevenzione e mi riferisco alle case della salute, rafforzando il ruolo della medicina territoriale; terzo l’innovazione tecnologica.

Lo tsunami Covid si infrange su tutti e tutto. "Siamo in un momento coinvolgente come non mai", ha detto intervenendo il cardinale Augusto Paolo Lojudice. "Abbiamo l’occasione di ripensarci - ancora Sua Eccellenza - come comunità umana. Oggi sviluppiamo una relazione con una malattia nuova in cui va fatto un lavoro insieme. Tutto ciò che interessa le persone interessa il Vangelo e il diritto a un tetto e ad essere curati deve esser prioritario".

La speranza nella ripartenza guarda sempre più al mondo dela ricerca, oltre che della cultura: "Stiamo vivendo un momento molto particolare per l’umanità – è intervenuta così la professoressa Santucci del Dipartimento Biotecnologiedell’Università di Siena - perché la pandemia mette a nudo le fragilità del nostro sistema sociale e sanitario. Questo è il momento di dare valore ed autorevolezza alla ricerca scientifica, che deve raccogliere questa sfida insieme al settore dell’industria delle biotecnologie, per cui in Italia siamo leader a livello mondiale". Sfida raccolta dal professor Emanuele Montomoli, ceo di Vismederi: "Quale insegnamento possiamo trarre dalla pandemia? Che sulla sanità bisogna investire, soprattutto su quella pubblica".

E dall’Università di Siena: "Ci sono molti elementi che legano la nostra università al mondo della salute – ha detto il rettore Francesco Frati – ed a questo ecosistema della ricerca e dello sviluppo, al quale contribuiamo attraverso le nostre professionalità. Anche il professor Rino Rappuoli avrà una cattedra presso il nostro ateneo, potendo così mettere al servizio di tanti giovani ricercatori la sua straordinaria esperienza e professionalità". "La salute è il tema attuale - ha aggiunto il rettore dell’Università per Stranieri, Pietro Cataldi - sotto tutti i punti di vista. C’è la salute concreta, la salute metaforica ed anche quella economica. Tutte stressate da questa pandemia. Non possiamo farci sorprendere".

La seconda giornata del Festival, ieri, si è concentrata sullo sport e sui protagonisti di tutti i giorni, a partire dal volontariato: "Una ricerca nazionale - ha detto Viro Pacconi, presidente Cesvot – il 70% delle associazioni ha dovuto ridurre la propria attività e il 14,2% ha chiuso o sospeso. Siena è stata una delle città più colpite".

Paola Tomassoni