"Un investimento nazionale sul distretto Siena Niente accordi a ogni costo per il Monte"

Enrico Letta, segretario Pd e candidato del centrosinistra: "Non scapperò dopo il voto, ho alzato l’asticella del mio impegno. Il ministro Franceschini incontrerà il sindaco De Mossi per la questione Soprintendenza. Va spezzato l’isolamento della provincia"

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di Pino Di Blasio

La sua candidatura al collegio 12 della Camera non sarà un sequel di ’prendi i voti e scappa’. Il segretario del Pd Enrico Letta lo ripete più volte, anche quando scandisce i temi cruciali per provare a dare un futuro a Siena e alla provincia. "Non scapperò né sul Monte dei Paschi né su altri temi. Io stesso sto alzando l’asticella del mio impegno. Avrei potuto fare una campagna elettorale più rilassata, puntando sul fatto di essere segretario del Pd e di dover affrontare il voto anche nelle grandi città. E invece incontrerò tutti e 35 i sindaci, compresi quelli aretini. So per esperienza personale che se caschi quando l’asticella è alta, ti fai molto male".

Se l’aspettava che le suppletive al collegio senese diventassero una battaglia così aspra?

"Non ho mai pensato a un’elezione in carrozza. Sia per la questione Monte dei Paschi sia per il fatto che la sinistra abbia perso il sindaco tre anni fa. Il parallelo con la situazione di Pisa è evidente, anche se a Siena si è perso per 300 voti. Bisogna imparare da queste lezioni, dalle bocciature più sonore e guardare al futuro con umiltà. Questo è il mio approccio".

Se sarà eletto sarà il parlamentare del territorio?

"Il mio investimento è su Siena, la provincia, su Arezzo e i Comuni del collegio. Quando dico che sto ragionando con tutti i sindaci, rimarco il fatto che lo faccio anche con chi non mi voterà perché è dell’altra parte".

Il riferimento è a De Mossi?

"La settimana prossima, quando verrà a Siena il ministro della cultura Dario Franceschini, chiederò che incontri anche De Mossi. Viene in una delle capitali europee della cultura, riterrei sbagliato non vedesse il sindaco".

Il tema cruciale con il ministro Franceschini, oltre ai musei, sarà la Soprintendenza. Le sembra possibile che una provincia con 4 siti Unesco abbia un soprintendente a mezzo servizio con Pisa e Livorno?

"Assolutamente no. E’ uno dei motivi per i quali voglio che il ministro si renda conto di persona di questa necessità. La vicenda Monte è la cornice di tutto, che contiene le altre priorità: Scienze della Vita, infrastrutture e cultura".

Con i due rettori Frati e Cataldi ha parlato di questo?

"Ho annunciato la mia intenzione di chiedere al Governo un investimento speciale per Siena. Come fu fatto in passato per Genova e per Lucca, con IT e Imt. Un investimento nazionale sul distretto europeo delle Scienze della Vita che dia la possibilità di attrazione di investimenti non solo di multinazionali, ma anche di medie imprese italiane".

Genova con Cingolani è stata un successo..

"Anche Lucca, pur se con qualche inciampo iniziale. Qui a Siena bisogna fare qualcosa di più, mettere quell’idea dentro un contenitore che già esiste. La scelta di Siena al centro del distretto, con Pisa e Firenze che avranno altre vocazioni di ricerca, deve diventare nazionale e supportata dai soldi del Pnrr. Io sono qui anche per questo".

Parlare di infrastrutture è banale: quali sono i cantieri prioritari?

"Vigilare sulla conferma degli investimenti per la Cassia, completare quei 12 chilometri a quattro corsie sulla Siena-Grosseto e progettare il raddoppio della ferrovia Siena-Poggibonsi. Leggerei tutto quello che ci stiamo dicendo come un tentativo per togliere Siena dal suo magnifico e rischioso isolamento. Una figura come la mia può dare una mano, diventare uno snodo per trovare connessioni e allargare l’orizzonte".

Non pensa di aver preso impegni pesanti sul Monte?

"Ribadisco che l’accordo con UniCredit non sarà fatto a qualunque costo. Lo ha detto anche il ministro Franco. Il Monte oggi è un bene pubblico, che va anche oltre Siena. E’ talmente grande ed ha talmente tanto personale che sul suo futuro ci deve essere l’assenso del Governo e del Parlamento".

Con UniCredit non sembrano esserci molti passi avanti.

"Per questo non dò per scontato il finale. I quattro punti, salvezza del marchio, tutela dei dipendenti, ruolo di Siena e presenza dello Stato come azionista, sono imprenscindibili. L’obiettivo è avere un polo bancario importante per la Toscana, con la testa a Siena, che sia riferimento per le piccole e medie imprese. Penso sia un obiettivo raggiungibile".