"Un boato. E il tetto di casa non c’era più"

Le famiglie di Villa a Sesta raccontano i momenti di panico. "Abbiamo visto la morte in faccia, bambini terrorizzati e noi sotto choc"

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di Laura Valdesi

CASTELNUOVO BERARDENGA

"Il rumore. Quel boato sinistro. Sembrava una bomba". A parlare sono soprattutto gli occhi di Piero Kaci. Dentro c’è scritta la paura. Era con la moglie e il figlio di 8 anni nella colonica che guarda alcuni degli immensi vigneti della Tenuta Borgo San Felice, gioiello del Chianti, quando è scoppiato il finimondo. Pioggia, fulmini. Un temporale annunciato che la notte scorsa in una striscia di territorio ha lasciato danni e ferite all’ambiente. Scoperchiando letteralmente l’abitazione dove vivevano due famiglie in località Pagliaia. "Sono ancora sotto choc", racconta la moglie dell’uomo mentre con l’aiuto dei vigili del fuoco sono potuti rientrare nella colonica per raccogliere indumenti ed effetti personali prima di trasferirsi in un’altra casa messa loro a disposizione dalla ‘San Felice’ per cui Kaci lavora come collaboratore dell’azienda agricola mentere l’altro uomo che vive qui con moglie e tre figli è il giardiniere della struttura albergiera. "Io dormivo – racconta quest’ultimo – non ho sentito niente. Sono stati i bambini a svegliarmi mettendosi a piangere. Un rumore fortissimo. Quando ho aperto la cucina il tetto non c’era più". "E ci siamo precipitati fuori", aggiunge la moglie.

"Siamo traumatizzati – prosegue Kaci - ma nessuno è rimasto ferito. Abbiamo trascorso la notte dentro la macchina. E’ andata bene ma abbiamo visto la morte in faccia. saranno state le 1.20 quando si è sentito quel boato... Abbiamo coperto i bambini, non capivamo cosa era. E se l’abitazione stava per venire giù. Il tetto che volava via, in realtà. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco". Sul posto ieri mattina anche un addetto alla sicurezza della Tenuta che ha messo a disposizione dei dipendenti i tre appartamenti affittati agli ospiti di Villa Casanova. Un luogo da favola. "Faremo un primo intervento di copertura provvisorio per salvare le cose che sono all’interno ma è chiaro che nell’immediato non potranno tornare qui. Ci vorrà tempo per rifare il tetto". Tutto intorno alla colonica la devastazione. Tegole ovunque, cocci, gronde piegate come fossero di burro. Un cassonetto dei rifiuti trascinato nel campo e svuotato dalla forza del vento che si è concentrata solo sulla colonica perché pochi metri più in là risultava tutto in ordine.

"Assomigliava a un tornado, ho vissuto a Chicago, so cosa vuol dire", raccontava pochi minuti prima la manager della famiglia Jakson, che possiede la splendida Tenuta di Arceno a San Gusmè. Uno dei nomi più importanti del vino americano con possedimenti anche negli Usa, in Australia e Francia. "Ci sarà necessità di intervenire sul tetto di alcune case – spiega –, i danni sono importanti. Qui al podere Belvedere (proprio all’ingresso del borgo, ndr) guardi cosa è successo ai cipressi". Indica lo splendido viale di sempreverdi in mezzo alle vigne: gli alberi sono stati abbattuti dal vento o comunque fortemente inclinati. Come birilli colpiti da bocce.