Tutti i tamponi a caccia di varianti "Accertato un caso di colombiana"

Maria Grazia Cusi, direttrice del laboratorio di Microbiologia "Mutazione nata in Sud America arrivata in Italia dalla Spagna"

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Su indicazione della Regione oggi tutti i tamponi positivi vengono sottoposti al sequenziamento del genoma alla ricerca delle varianti del Sars Cov2, in modo da identificare subito potenziali nuovi focolai, assai contagiosi: la ricerca sta dando i suoi risultati e, come da previsione, stanno emergendo sempre più casi di virus mutato nella versione indiana, oggi ribattezzata variante Delta.

Ma non solo: "E’ stato accertato anche un caso di variante colombiana – rivela la professoressa Maria Grazia Cusi, direttrice del Laboratorio di Microbiologia e Virologia delle Scotte -. Si tratta di una mutazione, rispetto al primo virus, nata in Colombia appunto, poi manifestatasi con diversi focolai in Spagna e da lì probabilmente è arrivata a noi. I casi sono ancora pochissimi in tutt’Italia e non ne sappiamo ancora molto".

Sono stati accertati i primi casi di Delta. Saranno tanti?

"Il timore è che un’alta percentuale dei positivi sarà dovuta a questa variante. A livello di area vasta già il 33% dei casi è di indiana. In provincia nel giro di una settimana sono stati accertati 4 casi. Ma non sono i numeri assoluti di questo fenomeno: la procedura vuole che in caso di più malati nella stessa famiglia venga sottoposto a sequenziamento un solo tampone. Se in quello viene trovata la Delta si presume che anche gli altri membri abbiano contratto lo stesso virus mutato".

L’accertamento di un caso di variante fa cambiare anche le procedure di tracciamento?

"Sì, la quarantena dei contatti si allunga a 14 giorni e si allungano anche i tempi del tracciamento dei contati a ritroso a partire dal risultato del tampone". In cosa differisce la presenza della variante?

"La Delta sta colpendo spesso i giovani e anche persone vaccinate, più frequentemente con una sola dose, ma anche soggetti che hanno completato il percorso vaccinale. L’efficacia del vaccino si è abbassata al 64-65%. Però il vaccino ci difende dal manifestarsi di forme gravi della malattia: in Inghilterra, dove la Delta è molto diffusa, c’è un decesso ogni mille infettati. Questa variante è molto infettiva, più di tutte le altre".

E i vaccini come rispondono? "Le case farmaceutiche stanno già lavorando a sieri che contrastino i virus mutati, il problema è che ogni giorno esce una mutazione nuova. Non è facile stargli dietro. C’è però una nota positiva: se la risposta anticorpale indotta dal vaccino non è più così efficace, l’immunità cellulare, sviluppata dal nostro corpo di fronte ai virus mutati, è buona".

Paola Tomassoni