Tutti attenti per evitare l’autunno nero

Roberto

Borgioni

E invece sì, il bisogno c’era. Quello che è accaduto dopo lo ha tragicamente dimostrato: morti ovunque, focolai, scuole chiuse e ospedali stracolmi. Ecco: contagi e ricoveri, anche da noi, stanno già risalendo, sia pure lentamente. Bisogna, insomma, stare attenti, tutti, perché è troppo presto per celebrare la vittoria.

Anche se quest’anno abbiamo un’arma letale (per il virus) che lo scorso anno non era stata ancora innescata: la campagna di vaccinazione molto ha fatto e molto può e deve ancora fare per fermare, o almeno frenare, la pandemia. Ma le varianti che spuntano come funghi dopo un temporale ci avvertono: la strada è lunga. La prima cosa da fare e portare avanti con rapidità e decisione è alzare il numero delle dosi di vaccino, anche ai ragazzi. Sarà fondamentale raggiungere entro settembre l’immunità di gregge o quasi, anche per consentire ai nostri studenti, di qualsiasi parte siano, di poter tornare a scuola senza avere paura di salire su un mezzo pubblico e soprattutto di rientrare in classe mettendo finalmente all’angolo l’ormai odiata Dad. L’allarme, però, c’è e cresce: perché bisognerà anche capire nei prossimi giorni quale effetto abbiano provocato i festeggiamenti, di fatto senza alcuna cautela, per il trionfo europeo della Nazionale. E’ stato giusto e inevitabile andare in piazza e per le strade, perché stavolta si va oltre il calcio: c’era voglia di incontrarsi, di tornare ad abbracciarsi, semplicemente di avere ancora un rapporto umano che non passi solo attraverso lo smartphone e i social. Ma la sfida al maledetto virus ora deve continuare, non solo con i vaccini – ovviamente fondamentali – ma anche con comportamenti adeguati. Anche a Siena, purtroppo, la storia insegna e un altro ’autunno nero’ proprio non si può accettare.