Tutti a scuola tra regole e imprevisti

Alle superiori ingressi scaglionati, mascherine e distanziamento. Ma anche turni per la didattica in presenza

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Effetto-movida ieri mattina davanti ai cancelli degli istituti scolastici. Il rito del primo giorno di scuola, sebbene tra mascherine, ingressi scaglionati e distanziamento fisico, è restato identico: all’orario di ingresso si arriva qualche minuto prima così da salutare ’in presenza’ i compagni prima del suono della campanella. Suono che arriva nell’orario tradizionale per studenti del secondo, terzo e quinto anno. Alle nove per quelli del primo, che hanno affrontato un primo giorno inevitabilmente diverso da quello degli anni passati tra aspettative ed emozioni, ma anche incertezze e preoccupazioni.

Così fuori dalla scuola c’è anche qualche genitore: "L’emozione è tanta, forse più la mia che la sua – afferma il padre di Eliot Gyuci – farà la prima superiore. Sarà tutto nuovo". "Io sono tranquillo – afferma, infatti, Eliot –. Non vedo l’ora di entrare". La nuova normalità agli alunni non fa proprio paura. Eppure l’avvio ufficiale dell’anno scolastico lascia loro un carico di responsabilità enorme. Insegnanti e studenti sono insieme (dopo tanti mesi) negli stessi spazi e nelle stesse aule. Le regole ci sono, la volontà di portare a casa il risultato anche, ma la partita è aperta. "Siamo sotto i riflettori – afferma la studentessa, Sara Castagna – abbiamo capito che non si può più scherzare. Dobbiamo fare tutti la nostra parte". "E’ tutto nelle nostre mani, non possiamo permetterci di tornare chiusi in casa – afferma l’amico Ademi Nerlin –. I mesi senza venire scuola sono stati noiosissimi".

Il rischio c’è e lo sanno bene anche le custodi, da sempre coloro che (con o senza pandemia) controllano tutto, ogni movimento dei ragazzi, dai corridoi fino alle aule. "Mettiti la mascherina – urla, infatti, la custode dell’Istituto Bandini a uno dei primi ragazzi che stava per varcare la porta di ingresso –. Si parte subito male". Dice fra sè e sè, magari ripensando alle ore infinite passate a sistemare i banchi, consapevole che fra regole e distanze quello che conterà sarà ancora una volta il buon senso. Per questo classe che vai, regole che trovi. In ogni prima ora i professori hanno introdotto il nuovo anno parlando esclusivamente di pandemia. Il carico di ansia è notevole. "E’ stata una notte insonne – afferma, infatti, Lucia Penta, collaboratore del dirigente dell’Istituto Sallustio Bandini –. Siamo consapevoli di essere un banco di prova. Fra pochi giorni capiremo come è andata". Ma c’è chi inizia subito con il fiatone. Come il Monna Agnese, che ha diviso a metà le classi, lasciando una parte dei ragazzi in aula e l’altra a casa. Peccato che la partenza non è stata delle migliori, niente lezioni per chi è rimasto a domicilio: i computer della scuola non si sono mai collegati. Problemi tecnici, certo, ma dopo mesi di dubbi e di polemiche, una volta che la campanella è suonata è difficile da parte degli studenti e degli stessi docenti accettare passi falsi.

Simona Sassetti